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 2018  luglio 31 Martedì calendario

Un eco-quartiere di 6 ettari sul mare, così Monaco moltiplica spazio ( e soldi)

Fuori dalla concessionaria della Ferrari e proprio di fronte al giardino giapponese dedicato alla principessa Grace Kelly in Grimaldi, un ingegnere della ditta immobiliare e di costruzioni Pastor – la cui famiglia ha in mano mezzo principato – lascia finalmente da parte i numeri e si sbottona un attimo: «A Monaco non solo i soldi chiamano altri soldi, ma puoi stare certo che più ne spendi e più ne farai». E infatti sorgerà lì davanti al lungomare del Larvotto, per ora è un cantiere che sembra solo all’inizio, l’opera faraonica che costerà tra i 2 e i 3 miliardi di euro ma che sul lungo termine promette di far guadagnare forse il doppio ai costruttori (chi? Proprio i Pastor, tra gli altri): il progetto è quello di strappare al mare altri sei ettari di spazio e trasformarli in un nuovo, unico al mondo, quartiere. Il più esclusivo tra gli esclusivi. Con abitazioni che potranno costare 60,70 o – perché no – 100mila euro al metro quadrato. Nel “principatu de Múnegu”, come lo chiamano i pochi locals di lontana origine genovese rimasta, i problemi sembrano non esistere, un residente su tre è milionario, altre migliaia di super ricchi russi e cinesi scalpitano per avere la residenza e basterebbe questo; ma invece no, il dramma è quello di non avere abbastanza spazio.
Grattacieli sulle colline, parcheggi a 14 piani, 33mila residenti in due chilometri quadrati, 40 ettari già rubati al mare nei decenni passati. Qui ogni singolo metro di terra è stato messo a reddito e se finisce la terra finisce il business: e allora perché non continuare nell’impresa di mangiarsi l’acqua? La scorsa settimana da Marsiglia è arrivato un imponente blocco di cemento trascinato da un rimorchiatore; è il primo tassello di altri diciassette i quali delimiteranno l’area (per adesso) marina, fungendo da diga di protezione. È alto 27 metri, pesa 10mila tonnellate, ed è piazzato esattamente all’inizio del famoso tunnel della Formula 1, con accanto la chiatta-piattaforma “Edmond” dove operai e tecnici lavorano a rotazione su turni da 14 ore. L’arrivo del cassone è stato benedetto dall’arcivescovo monegasco Bernard Barsi, con relativa cerimonia chic al Fairmont Hotel, accanto al casinò, alla presenza del principe Alberto. Sì perché alla fine a Monaco sembrano contenti tutti.Compresi i lavoratori del servizio pubblico dei bus che quel mattino protestavano in sciopero davanti alla Compagnia locale per l’eccessivo carico di lavoro, tra l’indifferenza generale dei passanti intenti più che altro a fotografare le Lamborghini e le Aston Martin: «Noi a fare una manifestazione di protesta alla cerimonia di battesimo del cantiere? No, non scherziamo – sorrideva Eric, autista da cinque anni – a noi arrivano le briciole e siamo arrabbiati per questo, ma comunque arrivano». Secondo Christophe Hirsinger, amministratore delegato del colosso francese “Bouygues Construction”, «il lavoro sott’acqua è fatto per metà».
Ovvero: la rimozione della roccia con relativo dragaggio dei sedimenti, sostituiti da un milione e mezzo di tonnellate di “aggregato pulito” depositato sul fondo del mare e compattato. Su questa base solida verranno posati i cassoni. Fatta la cintura, ci sarà da realizzare la piattaforma del futuro quartiere: verranno impiegate 600mila tonnellate di sabbia che arriverà dalla Sicilia, andranno a formare un terrapieno alto 30 metri. Poi si passerà alla costruzione vera e propria del quartiere, nel quale è stato coinvolto anche Renzo Piano: «Non siamo in grado di dare nessun dettaglio su espressa richiesta del cliente (la Sam L’Anse du Portier, ndr), il quale al momento non desidera rivelare troppo alla stampa», spiegano dal suo studio di progettazione parigino. Ma si sa che lì verranno ospitati 60mila metri quadri di abitazioni, un grattacielo, un parco di un ettaro, 3mila metri quadrati di negozi, un parcheggio, una estensione del Grimaldi Forum e dell’area portuale. Il principe Alberto, attentissimo alla questione ambientale, assicura che sarà un “eco-distretto” e nel corso dei lavori anche flora e fauna marina saranno tutelati.Si ritorna così alla massima su Montecarlo e i soldi, più ne spendi e più ne fai: con una vendita media di 80mila euro al metro, solo con gli appartamenti fanno quasi 5 miliardi di euro di incassi per gli investitori. Il piccolo Stato di suo contribuisce al progetto con circa 400 milioni di euro ma conta di ricavarne 750 tra Iva e tasse sulla vendita dei futuri immobili. Se tutto va bene, nel 2025 Monaco sarà quindi più grande. Ma soprattutto, più sfacciatamente ricca.