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 2018  luglio 06 Venerdì calendario

Studiare Carmelo Bene oltre YouTube e Google

Carmelo Bene sosteneva di cercare il vuoto, la fine di ogni arte, ma la sua eredità di attore, regista, drammaturgo, scrittore e poeta, da quando è morto nel 2002, si rivela un patrimonio consistentissimo, un lascito memorabile e irripetibilmente ingombrante, che ha mutato l’orizzonte della scena, il pensiero del teatro, le definizioni del sociale e dell’individuale. Il gap della sua assenza ha moltiplicato le considerazioni, le conseguenze del suo farsi – da quando nel 1959 debuttò nel “Caligola” di Camus a quando scomparve dopo 43 anni di attività creativa e performativa – una rara, teorizzata macchina attoriale, di cui col tempo si vanno approfondendo numerosi studi. Il problema che si pone alle giovani generazioni, prive d’un confronto diretto con Bene, è quello di colmare la distanza con il suo “teatro del dire” (opposto al rifiutato “teatro del detto”), non in grado di misurarsi con la sua scrittura di scena che era il contrario della rappresentazione.
Ma il lascito di Carmelo non è andato perduto, è virtualmente tangibile con Google e YouTube, e risultano cliccatissimi i brani dei suoi spettacoli, le improntitudini con cui bistrattava i critici (i “gazzettieri”) di cui sono sarcastica testimonianza due Maurizio Costanzo Show (il più clamoroso del 1994, e anche quello del 1995). Poi ci sono gli scritti di suoi letterati-interpreti come Maurizio Grande e Piergiorgio Giacché, un’antologia monografica Panta della Bompiani, e il volume Opere del 1995 ancora Bompiani, curato da lui stesso.Ora s’aggiunge un volume di consultazione appena uscito che è estremamente specialistico ma prezioso, Carmelo Bene. Una bibliografia ( 1950- 2018), curato da Carlo Alberto Petruzzi e edito da una casa indipendente di Venezia, la Damocle, una mappatura ragionata di tutti i materiali di commento, di esame, di recensione e di cronaca suddivisi in sezioni (interviste, biografie, teatro, cinema, scritti, televisione, discografia) includenti risguardi concepiti fino a quest’anno.
Curiosamente è un libro che non fornisce brani da leggere ma solo e puntualmente un’organizzatissima lista di titoli, autori, testate, date.Un’opera intermedia, che orienta verso altre ricerche più analitiche, e che intanto offre le dimensioni del fenomeno Bene disciplinato in un inventario ampio di testimonianze.
Leggerete che nel 1966 Carmelo sottoscrisse una dichiarazione “per un convegno sul nuovo teatro” con Augias, Bussotti, De Berardinis, Quadri, Ronconi, Trionfo. Un contesto già selettivo, poi lui tenderà a “togliersi dalla scena”.