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 2018  luglio 06 Venerdì calendario

Terence Stamp si racconta: «Quando cucinai per Lady D»

«Non chiedetemi cos’ho fatto stamattina. Tanto non me lo ricordo». Per Terence Stamp la memoria va tradita: «Non ho mai tenuto un diario, nessun appunto, cartolina o biglietto.Sapevo che sarei diventato un artista aperto al mondo». Ottant’anni il 22 luglio, maglietta a maniche corte, gambe atletiche, il color argento dei capelli che illumina un angolo di notte a Chinatown. «Il cinema, alla fine, è l’unico ricordo che resta» sorride.Sul grande schermo ha cominciato con il marinaio Billy Budd (nomination all’Oscar a 23 anni), ha recitato per Ken Loach ( Poor Cow), Pasolini ( Teorema), attraversato il lato camp del fantasy (era il Generale Zod inSuperman), ispirato le drag queen con il ruolo di Bernadette in Priscilla – La regione del deserto. Ha lavorato con Fellini (il segmento Toby Dammit di Tre passi nel delirio), fatto la corte a Silvana Mangano per le vie di Roma. Tra i suoi amori, Julie Christie e Brigitte Bardot. Un centinaio di fan in coda per farsi autografare il memoir The ocean fell into the drop; alcuni già comodi in poltrona al cinema Metrograph per una copia in 35mm del film di Stephen Frears, Vendetta, con Stamp delinquente. Tutto sold out. «Sono accorsi a vedere l’ex attore inglese più bello del mondo» osserva Stamp che ha portato la corona del bello per sessant’anni. Con noi parte dal sesso: «Ho avuto storie con le donne più desiderate della Terra.Ora mi avvicino alla morte, meglio darsi una calmata» dice. «Ho come trascorso la gioventù aggrappato al sellino di un cavallo da corsa». A 79 anni preferisce lo yoga al sesso: «Passata la fama di sciupafemmine, medito tutti i giorni, leggo le poesie di Rumi».Ma non chiamatelo nostalgico.Se con la scrittura e il memoir ha scelto di mettere su carta vita, amore e carriera è per via di sua madre: «Lei vedeva nella mia timidezza un segno del destino».Madre appassionata di musica e teatro, padre esperto di rimorchi: «La povertà era di casa a Stepney, Londra» continua. «La mamma studiava legge di notte e recitava a scuola di giorno. Quando se n’è andata ho contattato gli amici di lunga data e scoperto che nessuno immaginava quanto fosse dura per noi la realtà: io e mio fratello Chris uscivamo sempre eleganti e puliti». Chris Stamp, uno dei produttori più influenti nell’industria musicale inglese, era il fuorilegge di casa: «Nel quartiere lo chiamavano “il giovane gangster”. Negli anni Sessanta ha prestato il fianco a Jimi Hendrix e lanciato gli Who, lavorando alla rock operaTommy. Ricordate i completi di Roger Daltrey? Merito del mio guardaroba. Anzi, ora rivorrei indietro una delle mie tutine rosa-glitterato… Di norma andavo in giro così: metà drag metà fattore dell’Ottocento». L’amicizia che ricorda con più affetto è quella con Lady Diana: «Quando ha accettato il mio primo invito a cena le ho cucinato risotto coi funghi e scritto “Sua Maestà” in bianco e nero sul piatto con due tubetti di crema di tartufo. Avevo cinquant’anni, lei venti. Un tè, una passeggiata, due chiacchiere ogni tanto. Una donna straordinaria». Su Pasolini: «Non mi ha rivolto la parola per tutto Teorema. Le sole indicazioni erano: uno straniero arriva in città, fa l’amore con tutti e se ne va». Brando: «Sul set diSuperman lo vidi fare il gigione con due orientali. A un certo punto si avvicina e dice: Hey, sono Marlon Brando. Le vidi quelle due? Vogliono venire a letto con te». Rimpianti? «Non aver visto Il viaggio di G. Mastorna di Fellini.Probabilmente pensava che se lo avesse realizzato sarebbe morto. Federico mi aveva ribattezzato Terenzino Francobollo. C’è chi mi ci chiama ancora in Italia».