Corriere della Sera, 6 luglio 2018
Il possesso di palla è morto, il tiki taka pure: ai Mondiali si vince giocando di rimessa
KAZAN Un pallone in regalo. Il Mondiale di Russia, con l’eliminazione di Germania e Spagna nei gironi, ha fatto una terza vittima: il possesso palla. Le Furie Rosse – sotto la spinta del Barça – hanno portato in giro per il mondo il Vangelo del tiki taka, vincendo di fila Europeo 2008, Mondiale 2010 e Europeo 2012. I discepoli più fedeli, che hanno aggiunto al possesso palla anche la tipica fisicità, sono stati i tedeschi. Il Mondiale 2014, con la semifinale vinta per 7-1 contro il Brasile padrone di casa, è stato probabilmente il momento più alto dell’esperimento.
Ma gli anni sono passati per Xavi e Iniesta, che nell’ottavo di finale contro la Russia è partito in panchina per la prima volta in una grande manifestazione internazionale. La forma fisica è crollata per Mueller e Ozil, lasciando la Germania in panne. Il debuttante Hierro e il navigato Loew si sono affidati a un gioco lento e prevedibile, senza avere preparato un piano B. Tenere troppo il pallone tra i piedi è stato uno svantaggio.
O Globo ha pubblicato dati sul possesso palla, negli ottavi di finale, che non temono smentita: Francia-Argentina 41%-59%; Uruguay-Portogallo 39%-61%; Russia-Spagna 25%-75%; Croazia-Danimarca 54%-46%; Brasile-Messico 47%-53%; Belgio-Giappone 56%-44%; Inghilterra-Colombia 51%-49%; Svezia-Svizzera 37%-63%. In cinque casi su otto ha vinto la squadra che ha tenuto meno il pallone.
Naturalmente, ogni partita fa storia a sé. È chiaro che una squadra che deve recuperare il risultato, magari dopo essere passata in svantaggio nel primo tempo, è costretta a giocare molto più di chi si deve difendere. I dati totali del possesso palla delle otto migliori sono comunque indicativi: Brasile 58,64%; Belgio 55,61%; Inghilterra 54,52%; Croazia 53,1%; Francia 51,2%; Uruguay 49,45%; Svezia 36,25%; Russia 35,65%.
È una bocciatura definitiva del calcio alla Guardiola? Difficile sostenerlo se si pensa che il Manchester City ha vinto la Premier League facendo 100 punti, che il Barcellona ha conquistato la Liga e il Bayern Monaco, dove Pep ha allenato per tre stagioni, non ha mancato il «solito» titolo tedesco. È sicuro, però, che un calcio mordi e fuggi è più adatto a una nazionale che a un club, per la mancanza di tempo a disposizione di un commissario tecnico. Se poi la nazionale non è piena di fuoriclasse come Russia o Svezia – per usare un eufemismo – ecco che la difesa a oltranza diventa una necessità. Come ha detto Cherchesov dopo la vittoria della Russia, «abbiamo studiato le squadre che avevano messo in difficoltà gli spagnoli». Di sicuro tra quelle non c’era l’Italia di Ventura.