Corriere della Sera, 6 luglio 2018
Musk alza la posta con una nuova sfida
Elon Musk scrive una nuova pagina della storia industriale mondiale in una tenda: un gigantesco tendone sotto il quale ha messo in piedi a tempo di record la terza catena di montaggio del Model 3, la vettura elettrica più economica della gamma Tesla che aveva promesso di produrre in grandi numeri (5.000 auto al giorno) senza riuscire, però, nemmeno ad avvicinare questi ritmi per difficoltà di ogni tipo, a cominciare da un eccesso di automazione dei processi. Musk ha fatto la storia dell’industria spaziale con le Dragon, le prime astronavi costruite da un’azienda privata, la sua SpaceX, capaci di raggiungere in orbita la Iss, la stazione spaziale internazionale, e di rientrare nell’atmosfera. E punta a rivoluzionare l’idea stessa di trasporto con l’Hyperloop: tunnel sotterranei nei quali sparare i passeggeri a bordo di capsule-pallottola spinte da aria compressa. Ma, in attesa di trasferire l’umanità su Marte, l’obiettivo finale della sua missione su una Terra che considera condannata all’autodistruzione, lo straordinario imprenditore-inventore-visionario sta passando alla storia per la sua capacità di rivoluzionare l’industria dell’auto. Prima di Musk il veicolo elettrico era sinonimo di esperimento fallimentare: ogni Casa aveva i suoi prototipi, ma solo per esigenze di bandiera. Il genio e la determinazione dell’imprenditore sudafricano trapiantato in California hanno cambiato i termini della questione obbligando tutti a inseguire Tesla. Che continua a innovare, ma manca i traguardi produttivi annunciati e accumula perdite. Per i critici, presto il castello crollerà, schiacciato dalle manie di grandezza del fondatore. Per gli entusiasti, invece, Musk incarna il trasferimento dello spirito pionieristico delle startup nell’industria pesante: ben vengano, quindi, le sue innovazioni rocambolesche, come il tentativo di produrre la prossima auto, il Model Y, un piccolo Suv, in una fabbrica totalmente automatizzata, anche se l’investimento si rivelerà un altro azzardo costoso. Sognatore, audace, ma anche pragmatico, Musk ora cambia rotta: ha rimediato all’eccesso di automazione assumendo centinaia di operai e triplicando le linee di montaggio per raggiungere l’obiettivo di 5.000 Model 3 prodotte in un mese. Il mese scorso è riuscito, ma ha fatto strage di manager e, con la modifica continua dei processi, è accusato di far correre troppi rischi agli operai. La sfida continua, sul filo del rasoio.