Il Messaggero, 6 luglio 2018
Una grande mostra su Dior a Londra
Christian Dior era un anglofilo. Il francesissimo stilista non faceva mistero di amare le grandi dimore di campagna con i loro giardini frondosi, lo stile di vita inglese, «le tradizioni inglesi, la cortesia inglese, l’architettura inglese», addirittura «la cucina inglese». E ora che la mostra sullo Stilista dei sogni sta per approdare a Londra dopo l’enorme successo ottenuto al Museo delle arti decorative di Parigi, allo stretto rapporto di ammirazione reciproca tra il Regno Unito e il couturier francese verrà finalmente dato lo spazio che merita: una sala del Victoria & Albert sarà tutta dedicata al tema, aggiunta inedita che renderà ancora più straordinaria l’esposizione, la più grande dedicata dal grande museo del costume londinese a un creatore di moda dai tempi di quella su Alexander McQueen del 2015. Christian Dior: lo stilista dei sogni aprirà a febbraio prossimo, durerà fino al luglio del 2019 e coprirà un periodo che va dal 1947 ad oggi, raccontando quindi non solo la storia del fondatore della leggendaria maison, ma anche il lavoro di sei direttori artistici che hanno interpretato lo stile della casa di moda fino ad oggi.
GLI ESORDI
Oltre che negli onnipresenti parchi, un esempio di bellezza britannica per Dior si ritrovava nelle grandi navi da crociera, compresa la leggendaria Queen Mary, 310 metri di eleganza per solcare l’Atlantico a grande velocità, nonché nell’alta sartoria maschile di Savile Row, a cui si affidava per i suoi vestiti. Già nel 1947, anno in cui rivoluzionò la moda con il suo new look, fece la sua prima sfilata al Savoy Hotel, in una Londra ancora ferita dalla guerra, fumosa e cupa, e nel 1952 fondò Christian Dior Londra per poter curare la sua clientela locale, fatta di stelle come la ballerina Margot Fonteyn o di dame dell’alta società, come la giornalista e scrittrice Nancy Mitford, la più intellettuale delle sei famose sorelle.
Anche se il vestito che più rappresenta il legame tra lo stilista francese e il Regno Unito è quello sontuoso, asimmetrico, bianco con ricami dorati e una minuscola cintura, indossato dalla principessa Margaret per il suo ventunesimo compleanno nel 1951 e immortalato in un famoso ritratto di Cecil Beaton in cui la sorella di Elisabetta II appare splendida e malinconica. Attualmente si trova al Museo di Londra, ma per l’occasione verrà esposto al V&A, diventando il pezzo centrale della mostra, che ha voluto anche ricordare le sfilate che Dior organizzava in palazzi come Blenheim, il luogo in cui nacque Winston Churchill, dimora storica circondata da uno dei parchi più belli del Paese, disegnato dal venerato paesaggista Capability Brown nel Settecento.
LE INFERMIERE
La prima volta, nel 1954, fu invitato dalla duchessa di Marlborough che voleva che i proventi della sfilata, a cui assistette un pubblico pagante di 1600 persone, andassero alla Croce Rossa, le cui infermiere in uniforme rimasero in piedi accanto alla passerella, e da allora la maison ha presentato le sue creazioni tra gli stucchi del palazzo anche dopo la scomparsa del fondatore, nel 1958 e, nuovamente, nel 2016. Per Tim Reeve, vicedirettore del museo, la mostra servirà a «fare nuova luce sul rapporto tra Dior e la Gran Bretagna», grazie agli archivi del V&A, che già negli anni ’50 aveva iniziato ad acquistare abiti di Dior e a quelli della maison.
IL PROFUMO
Nei saloni londinesi troveranno spazio più di cinquecento oggetti, di cui circa duecento abiti di haute couture, oltre ad accessori, fotografie, filmati, profumi, trucchi, illustrazioni, riviste e oggetti personali dello stilista, con un’attenzione per il mondo della natura e dei fiori, «la cosa più graziosa del mondo dopo le donne» secondo il couturier, elemento importanti per capirne l’estetica, come dimostra anche il profumo Miss Dior, tripudio floreale lanciato nel 1947 insieme alla sua prima collezione, e il fatto che lo stilista sia associato soprattutto al taglio a corolla, che da un punto vita molto sottile e segnato fa partire lo slancio di una gonna ampia e delicatamente scampanata, con un ritorno sognante alle forme romantiche e costruite della moda precedente alla prima guerra mondiale. Una silhouette che segnerà due decenni e che non ha ancora smesso di far sognare.
Nato nel 1905, Christian Dior morì giovane, nel 1957. Il suo spirito è stato portato avanti negli anni dal suo allievo più celebre, Yves Saint Laurent, e poi da personalità diverse e geniali come Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons e Maria Grazia Chiuri. Ciascuno con un approccio nuovo, è anche grazie a loro se lo stile Dior non è invecchiato di un giorno.