Marco Giusti per Dagospia, 5 luglio 2018
IL CINEMA DEI GIUSTI - QUESTO “PAPILLON”, DIRETTO DAL DANESE MICHAEL NOER, GIRATO TUTTO A CAMERA A MANO, È UN FILMONE BEN DIRETTO E BEN COSTRUITO, CON DUE OTTIMI PROTAGONISTI, IL CHARLIE HUNNAM DI “PACIFIC RIM” E IL RAMI MALEK DI “MR ROBOT” - MA IL PUBBLICO ITALIANO NON VA A VEDERE QUESTO BEL REMAKE: IERI SERA AL CINEMA “JOLLY” DI ROMA ERAVAMO IN QUATTRO SPETTATORI… - VIDEO -
Niente. Il pubblico italiano non va nemmeno a vedere questo bel remake del vecchio Papillon con Steve McQueen e Dustin Hoffman. Ieri sera al cinema Jolly di Roma, anche senza Mondiali in contemporanea, eravamo in quattro spettatori a vederlo, col biglietto a cinque euro. Totale venti euro più un paio di gelati…
C’era più vita all’Isola del Diavolo nella Guiana francese negli anni 40, insomma. Peccato, perché questo Papillon, diretto dal danese Michael Noer, girato tutto a camera a mano, e scritto da Aaron Guzikoski, che ha attinto più dalla grande sceneggiatura di Dalton Trumbo che dal romanzo autobiografico di Henri Charriére, è un filmone ben diretto e ben costruito, con due ottimi protagonisti, il Charlie Hunnam di Pacific Rim e il Rami Malek di Mr Robot. Inoltre gli americani lo vedranno solo il 24 agosto, questa è praticamente un’anteprima assoluta. Saranno contenti i produttori degli incassi italiani? Mah.
Il nuovo Papillon è una sorta di copia più che fedele, solo un po’ più violenta, del vecchio e celebre film di Franklyn J. Schaffner, che uscì nel 1973, a soli quattro anni dall’uscita del libro e a soli cinque mesi dalla morte del suo protagonista e autore, Henri Charriére, che forse non aveva vissuto proprio tutto quello che raccontava. Ritroverete la Parigi pericolosa degli anni ’30, la bella Eve Hewson è Nanette, la ragazza di Papillon, il viaggio per nave dei detenuti verso la Guiana, la prigione delle anime perdute e tutto il resto.
Perfino Charlie Hunnam è una specie di nuovo Steve McQueen, che prese allora 2 milioni di dollari e nessun Oscar perché aveva rubato Ali McGraw a Robert Evans, uno dei più potenti produttori di Hollywood, mentre a Rami Malek spettano gli stessi occhialetti che aveva Dustin Hoffman, che prese 750 mila dollari in meno del suo socio e la cosa non gli andò giù.
Personalmente, non solo adoro le storie di prigione e di evasioni celebri, ma conoscevo non solo a mente il vecchio Papillon, ma anche la sua meravigliosa parodia, Farfallon, con Franco e Ciccio e la regia di Riccardo Pazzaglia. Vi ricordo solo la scena del “cacca a me, sbobba a te”, col guardiano che dalle celle di isolamento di Franco porta via la cacca e lascia la sbobba. Solo che spesso si sbaglia, porta via la sbobba e lascia la cacca. Più o meno c’è anche qui.
O Mario Carotenuto come direttore del carcere che illustra ai prigionieri cosa può tagliare, oltre alla testa, la sua ghigliottina. O l’uso che farà Franco dei soldi che si porta dentro il sedere… Bei tempi! Quando si potevano fare parodie divertenti di film famosi. Ora, questo Papillon, pur decoroso e ben diretto, non può sviluppare pratucamente nulla, a parte qualche serata su Sky. In sala.