la Repubblica, 5 luglio 2018
Un mito russo al capolinea addio ai vagoni di terza classe
In principio fu il Sapsan, il treno ad alta velocità che collega Mosca a San Pietroburgo in meno di quattro ore, la metà del tempo rispetto a cinquant’anni fa. Fu la fine della lentezza, il primo tabù violato. Ora è la volta di un altro sacrilegio: l’abbandono dei platzkart. Se il treno è, prima di tutto, un luogo dell’anima russa, i leggendari e scalcagnati vagoni di terza classe d’eredità sovietica sono l’anima dell’anima. Senza scompartimenti, porte o pareti divisorie tra un posto letto e l’altro, sono il trionfo della promiscuità, l’universo dell’umanità condivisa, il confessionale eletto. Il modo più economico di viaggiare per i cittadini che attraversano lo smisurato Paese, ma anche per i turisti che si avventurano lungo la mitica Transiberiana. Entro il 2025, ha scritto il quotidiano Vedemosti, verranno sostituiti da vagoni insonorizzati dotati di docce, prese Usb, distributori automatici e scomparti per i bagagli. Obiettivo: offrire un servizio più veloce e moderno, che competa con gli aerei. Una notizia che è già un necrologio.Il sito pietroburghese Sobaka ha compilato un elenco: “Cose che ci mancheranno con l’abolizione dei platzkart”. I riti gastronomici, innanzitutto, il tintinnare degli eleganti bicchieri con sostegno di stagno per il tè versato dai samovar e i tavolini imbanditi con salsicce, cetrioli, uova sode, che impregnano i vagoni di un odore, a tratti, insopportabile. La frenesia per gli acquisti più kitsch dai venditori ambulanti. Ma soprattutto il cosiddetto effekt poezda o effekt poputcika, effetto treno o compagno di viaggio. È così che chiamano in Russia quella propensione a raccontare le storie della propria vita agli sconosciuti in treno, complice l’andatura da tartaruga dei vagoni e distanze che si misurano in giorni, che ha ispirato gli scrittori russi già prima della Rivoluzione. L’idiota di Fjodor Dostoevskij, Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj, Mosca- Petushkì di VenediktErofeev e persino l’onirico racconto Freccia gialla di Viktor Pelevin girano tutti intorno a un incontro tra estranei, la confessione di un segreto cullata dalla curiosità dei compagni di viaggio e dal paesaggio sempre uguale oltre il finestrino.Le Ferrovie russe si sono affrettate a smentire Vedemosti: non rinunceremo del tutto aiplatzkart. «È allo studio un nuovo progetto. Quando verrà approvato, sarà possibile abbandonare i vecchi vagoni», ha spiegato Rbk. Lutto solo rimandato. La velocità e la modernità saranno un bene per gli affari, ma meno adatti a incipit ed epiloghi memorabili. Nessuno racconta più segreti nel mondo del velocissimo Sapsan. Nessuno lo farà nei nuovi vagoni di terza classe dotati di ogni amenità.Raccontare richiede tempo, riflessione e prossimità. Quando anche in terza classe ci si potrà isolare, tutti persi negli auricolari, la testa china su un monitor, chi più si confesserà?