Corriere della Sera, 5 luglio 2018
Pippa la psicologa che ha liberato la mente degli inglesi
È diffusa convinzione che, quando sente la parola «cultura», ogni calciatore metta piede a un pallone e prenda di mira chi l’ha pronunciata. Se la dottoressa Pippa Grange abbia corso questo rischio non si sa. Ma si sa che di certo non lo pensa, anzi. Per lei, il nesso tra cultura e prestazione è ormai fondamentale, nello sport: «C’è un’attenzione sempre maggiore sull’ambiente nel quale gli atleti vivono e sui sistemi nei quali operano, determinandone i comportamenti». Grange, che ha studiato Psicologia dello sport, ha lavorato per 20 anni nello sport australiano e adesso fa parte dello staff del c.t. inglese Gareth Southgate. «Come tutti noi – ha scritto in un suo libro dedicato alla leadership nello sport – anche gli atleti vogliono qualcosa in cui credere, una visione su cui investire e un’organizzazione della quale siano fieri di far parte».
La dottoressa ha iniziato a lavorare con la Nazionale da gennaio. Non parla coi giocatori, ma con Southgate e il suo staff per indurre i giocatori a essere più aperti, a condividere le loro vicende personali, a confrontarsi in piccoli gruppi: insomma (come ha scritto il Daily Telegraph) ad abbattere le loro individuali inibizioni.
Se però i risultati si vedono (e non solo nella qualificazione ai quarti vincendo per la prima volta ai rigori dopo 28 anni) è perché Grange ha trovato in Southgate più che un interlocutore un collaboratore entusiasta. E qui è il caso di far notare le date. Southgate diventa c.t. a novembre. Pippa Grange arriva a gennaio, quando in Premier il City di Guardiola sta dominando con un calcio praticamente perfetto nel suo mix di spettacolarità ed efficacia. Un calcio a cui Southgate si è ispirato, fatto di possesso, passaggi e costruzione da dietro: tutte caratteristiche mai associate prima alla Nazionale inglese.
In aprile, un articolo sull’Independent di Jack Pitt-Brooke spiega che l’impatto di Guardiola sul calcio inglese è epocale perché un approccio intellettuale si sta rivelando vincente nel Paese del pragmatismo per eccellenza. A patto che la cultura non siano solo i libri che si sono letti, ma un modo di essere e di lavorare. Quello per esempio che ha fatto dire a Southgate, dopo la storica vittoria ai rigori, che il suo staff negli ultimi mesi aveva svolto un grande lavoro, soprattutto sulla consapevolezza di imparare a governare in prima persona i processi che sembrano sfuggire al nostro controllo.
La dottoressa Pippa non tira i rigori e nemmeno parla con chi li calcia. Però forse l’equivalente di un assist glielo si può attribuire.