Corriere della Sera, 5 luglio 2018
Zucchero: «Chi punta sugli effetti speciali non fa arte»
«Il sindaco di Memphis mi ha dato le chiavi della città. E non mi conosceva. Tu mi conosci bene». Notte fonda. Zucchero dopo tre ore di concerto in piazza San Marco scherza con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Con questo doppio concerto (martedì e ieri) la piazza è tornata a ospitare musica dopo lo show di Biagio Antonacci di sette anni fa. «Tutti i miei colleghi, anche quelli internazionali, vorrebbero essere al mio posto» dice il bluesman che quest’estate girerà nei festival europei. La pioggia rovina la prima parte: il pubblico si ammassa sotto il palco per trovare riparo, la security fatica a riportare l’ordine e poi diventa fin troppo zelante tanto che ci vorrà un intervento di Zucchero per lasciare che nei pezzi più ritmati si balli «altrimenti lavoro per niente».
Non c’è scenografia, nemmeno un fondale, per lasciarsi incantare dall’architettura. Niente video o effetti speciali, ma tredici musicisti. «Niente orpelli. L’ho imparato da maestri del calibro di Eric Clapton, Jeff Beck, B. B. King e Ray Charles. Vedo chi vola in aria o si fa sparare dal cannone, ma sono optional che coprono la mancanza di arte». Voglia di suonare, finale allungato oltre il limite della mezzanotte. «Rispettiamo le leggi ma non troppo», scherza richiamando in scena la band che pensava fosse tutto finito.
A Zucchero non piace la direzione che sta prendendo la musica. «Dovrei scrivere un album nuovo ma non ne ho voglia. Anche se facessi il Nabucco passerebbe inosservato. Difficile pensare che rimanga qualcosa di quello che ascoltiamo oggi. Stanno educando le nuove generazioni alla basicità. Le radio offrono solo m..., è tutto omologato. Le case discografiche ti mandano dalla De Filippi, vinci e ti danno 5 mila euro per fare un disco che venderà qualche copia. Guadagnano più così che con un mio album che costa dieci volte tanto».
Pessimista sulla musica, quindi. E sulla politica? «Da anarchico preferisco questo fermento al fetore di vecchie cariatidi di prima. Però manca un personaggio carismatico alla Berlinguer, Moro o, cito uno lontano dalle mie idee, Almirante. L’unico sarebbe il Papa, ma invece di dire quanto è dispiaciuto per i migranti dovrebbe andare a Bruxelles come capo di Stato a dire che Merkel e Macron ci prendono in giro». E sui migranti lancia una provocazione. «Se danno così fastidio a tutti troviamo una soluzione come quella adottata nell’800 per gli amish: erano perseguitati e l’America offrì loro dei territori, nessun servizio e agevolazioni fiscali: sono felici».