Corriere della Sera, 5 luglio 2018
Più figli, più gas: i conti non tornano
Stando a un certo dibattito che si sta sviluppando, presto dovremo scegliere: o decidiamo di avere un figlio o decidiamo di salvare il pianeta. Un anno fa, un famoso articolo del quotidiano britannico Guardian riportò di uno studio di scienziati pubblicato da Environmental Research Letters nel quale si spiega che il miglior modo per impegnarsi personalmente contro i cambiamenti climatici sarebbe di non avere figli o averne meno. Il calcolo effettuato dagli scienziati è consistito nell’attribuire a ogni genitore il 50% delle emissioni che si prevede provocherà nella sua vita un figlio, più il 25% di quelle dei nipoti, più un ottavo di quelle dei pronipoti e così via. Il risultato è stato diviso per gli anni di vita prevedibili dei genitori e il risultato è stato 58,6 tonnellate di anidride carbonica equivalente che sarebbero non emesse ogni anno se si rinunciasse ad avere il figlio. Un risultato superiore alla rinuncia all’auto, al non prendere l’aereo, al diventare vegetariani. Un altro calcolo che spesso viene citato è che dare alla luce provoca 40 volte il danno che si è evitato guidando (poco) un’auto efficiente, riciclare tutto, puntare sul risparmio energetico. Il dibattito è stato riproposto di recente su alcuni media americani, tra cui il New York Times. L’impostazione della discussione è curiosa di per sé: significa stabilire che buona parte dei cambiamenti climatici in corso è in fondo responsabilità dei nostri avi. Anche dal punto di vista dei costi, però, il ragionamento di chi sostiene l’astensione virtuosa dalla genitorialità è poco solido. Il direttore del Copenhagen Consensus Center, Bjørn Lomborg, ha calcolato che se si considerano 15 tonnellate annue di emissione di ogni persona (quelle dei discendenti sono problema futuro) si arriva a 1.350 tonnellate in una vita di 90 anni. Se si decidesse di comprare sul mercato europeo delle emissioni di gas serra i diritti d’inquinamento corrispondenti (e quindi costringere le imprese che li vendono a tagliare di 1.350 tonnellate le loro emissioni) si spenderebbero 19.600 euro (23.400 dollari). Se si tiene conto che, quando decide di avere un figlio, un genitore sa che spenderà molto di più (esattamente 233.610 dollari per crescerlo fino a 17 anni, secondo il ministero dell’Agricoltura americano) è chiaro che alla prole dà un valore molto ma molto più alto. Ed è chiaro che la logica di questo dibattito è molto ma molto debole.