Corriere della Sera, 5 luglio 2018
«Il 58% dei gay non si dichiara sul lavoro»
Non è senso della privacy, ma paura di essere discriminati: oltre la metà (il 58%) dei giovani gay, lesbiche bisessuali e transgender non si dichiara al lavoro per paura che colleghi e superiori li trattino peggio. Almeno un terzo, pur vivendo alla luce del sole nella vita di tutti i giorni il proprio orienta-mento sessuale o identità di genere li ha nascosti quando ha iniziato a lavorare. Una percentuale che sale al 41% se hanno tra i 8 e i 25 anni. Lo rivela una ricerca effettuata da Out Now per conto di Vodafone su tremila lavoratori lgbt di vari settori in 15 Paesi. Le ragioni principali per cui gay, lesbiche, bisessuali e trans non si dichiarano sono: la preoccupazione che i colleghi reagiscano male (nel 60% dei casi), la paura che ne risenta la carriera (nel 42%), la convinzione che calino le possibilità di promozione (nel 33%). Un risultato «che rattrista», ha detto l’ad di Vodafone Vittorio Colao ricordando che l’azienda è invece «impegnata a creare una cultura che accolga tutti come sono nel rispetto del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere».