Il Sole 24 Ore, 5 luglio 2018
E i titoli Turchi rendono il 17%
Diciassette per cento. Un rendimento così elevato dei titoli di Stato decennali della Turchia suggerirebbe che ci troviamo dinanzi a un Paese a rischio insolvenza. O quasi.
Tuttavia, nonostante il deciso peggioramento di diversi dati macro-economici, la salute dell’economia non giustifica un livello di questo genere. La Turchia resta un potenza economica tra i Paesi emergenti. Nel 2017 il Pil è cresciuto del 7,4% mentre il rapporto pubblico/Pil è ancora sotto al 30 per cento. Per quanto un terzo delle aziende turche siano indebitate in valuta estera, il tessuto imprenditoriale resta dinamico e qualificato.
Il problema è che la politica economica populista del presidente Recep Tayyip Erdogan sta facendo venire i nodi al pettine. Il deficit delle partite correnti sta sfiorando il 6% del Pil. L’inflazione in giugno ha toccato il 15,4% su base annua, il massimo dal 2004. Da inizio anno la lira turca ha perso quasi il 20% contro il dollaro. I flussi in valuta pregiata si sono ridotti drasticamente. Da aprile la Banca centrale ha alzato di 500 punti i tassi di interesse portandoli al 17,75 per cento. Una crisi sembra dietro l’angolo. Ma le potenzialità della Turchia restano ancora grandi.