il Giornale, 5 luglio 2018
Raccontare il pericolo scafisti? Lo fa solo un thriller americano
In libreria c’è un thriller del tutto atipico alle nostre latitudini. Non ha pretese artistiche, dalla copertina si direbbe un romanzo da autogrill, ma offre un punto di vista radicalmente diverso su questioni d’attualità, normalmente trattate in chiave politicamente corretta. Si intitola Use of Force, lo ha scritto Brad Thor (che non è uno pseudonimo) e lo pubblica Rizzoli.
La trama in soldoni e senza anticipare nulla che possa rovinare la lettura: l’Isis organizza spettacolari stragi in tutto l’Occidente. Centrale è il ruolo degli scafisti che spediscono dalla Libia migliaia di immigrati in Italia. Quel canale è ottimo per introdurre in Europa martiri, tecnici e ordini. L’Isis ha stretto un patto con mafia e soprattutto ’ndrangheta. In Calabria, i terroristi islamici fanno shopping di armi ed esplosivi, impegnandosi però a non colpire il nostro territorio. Un gruppo di contractor, agenti della Cia, marines e carabinieri prendono parte a un’indagine sui signori del mare, i trafficanti di carne umana che affidano al mare barconi per disperati. L’impresa si rivelerà una tragica lotta contro il tempo per evitare la distruzione di un simbolo dell’Occidente cristiano.
Facciamo un esperimento. Ecco qualche passaggio dal volume. Immaginiamo quale autore italiano avrebbe il coraggio di presentare a un qualsiasi editore un dattiloscritto contenente queste frasi.
«Il fondamentalista che li guidava era come un cancro, infettava chiunque toccasse. E a chi era nella posizione migliore per estirpare quel tumore mancavano il coraggio e la voglia di farlo. Nonostante tutte le atrocità commesse in nome della sua religione e del suo Dio, il mondo musulmano era assolutamente incapace di affrontare il problema».
«Un popolo che rinuncia alla libertà per un po’ di sicurezza non merita né l’una né l’altra, e le perderà entrambe».
«I profughi provenivano da tutta l’Africa e dal Medio Oriente. Paesi come il Niger, il Mali, il Sudan e la Siria. Davano tutti i risparmi ai trafficanti, nella speranza di arrivare in Europa e iniziare una nuova vita. Nessuna delle imbarcazioni sulle quali erano caricati aveva luci di segnalazione, pistole lanciarazzi o equipaggiamenti di sicurezza. Bottiglie d’acqua o scatolette di tonno, quando c’erano, venivano vendute dai trafficanti a cento dollari l’una. Era raro che ci fosse abbastanza carburante per arrivare a destinazione, e il più delle volte i serbatoi contenevano solo quanto bastava per uscire dalle acque territoriale della Libia».
«Quel Paese (la Libia, ndr) era a poche centinaia di miglia dalle loro coste, e i trafficanti facevano entrare illegalmente un numero impressionante di rifugiati. In mezzo a quei rifugiati c’erano anche i terroristi che stavano massacrando i loro cittadini».
«Si sforzò di non pensare ai cadaveri dei migranti, o alle decine di cristiani che l’Isis aveva decapitato lungo le coste».
Basta così, anche se potremmo proseguire. Brad Thor è personaggio per noi sconosciuto o quasi ma ha pubblicato numerosi thriller di successo. Naturalmente è considerato controverso come tutti coloro che osano sfidare il politicamente corretto. Forse per gioco, forse sul serio, Brad ha annunciato la sua volontà di sfidare Donald Trump alle prossime presidenziali (come candidato repubblicano alternativo). Use of Force pare molto informato, specie sulla parte di Mediterraneo che ci riguarda. Intelligence, cybersecurity, operazioni coperte, contractor. Tutto molto realistico. Per forza: Thor ha collaborato per anni con la Homeland Security. Aveva il compito di individuare i luoghi «perfetti» ove i terroristi avrebbero potuto orchestrare attacchi disastrosi.
Nessuno scrittore italiano ha pensato di descrivere la tragedia dei rifugiati senza uscire dal politicamente corretto. Use of Force è stato pubblicato da un grande editore. Ne consegue che mancano gli autori italiani capaci di esprimere un’opinione controcorrente, per conformismo o paura di essere etichettati come cattivoni. Così, per avere un thriller che ci racconta cosa accade a Lampedusa, ci dobbiamo rivolgere a uno scrittore nato a Chicago.