Il Messaggero, 5 luglio 2018
Alice Cooper il bravo ragazzo: «Mi alzo presto e vado a messa»
Alice Cooper vuole fare l’intervista alle otto. Del mattino. Non un orario da padrino dell’horror rock che sul palco porta camicia insanguinata e pitone e che da 50 anni terrorizza i genitori, facendosi così adorare dai figli. Non è nemmeno reduce da una notte dissoluta con i nuovi compagni di avventura Joe Perry, chitarrista degli Aerosmith, e Johnny Depp, nel supergruppo Hollywood Vampires, che sabato fa tappa a Lucca e chiude il tour mondiale domenica all’Auditorium Parco della Musica a Roma (spin off di Rock in Roma). Vincent Furnier, nato a Detroit 70 anni fa, non ha niente a che vedere con il suo personaggio: «Io mi alzo presto, leggo la Bibbia, gioco a golf, la domenica vado a messa. Ho tre figli e la stessa moglie da 42 anni. Sul palco mi trasformo. Anzi da ora chiamami Alice, non Vincent». Ride ma non scherza.
La distinzione gli ha salvato la vita: «Mi sono risparmiato una targa nel club dei 27 e di finire come I Vampiri originali. Nei ’70 a Los Angeles ci incontravamo per bere in una sala del Rainbow Bar and Grill ed era puro spasso. C’erano John Lennon, John Belushi, Keith Moon, una sera vestito da Regina d’Inghilterra un’altra da Hitler. Bevevo con Jim Morrison e Jimi Hendrix, tutti finiti tragicamente. Non conoscevamo il limite fra libertà e autodistruzione. Nessuno aveva un manuale di istruzione per gestire fama e i soldi. La generazione successiva imparò da loro come si fa a non morire. Dagli anni ’80 dipendo solo dalla sobrietà. Divenni discepolo di Cristo e cambiai stile di vita. Lui mi ha creato rockstar e, siccome ci vuole eccellenti e non mediocri, lo faccio al meglio». Ha venduto milioni di dischi e gli devono molto dai Sex Pistols a Marilyn Manson. Nel 2011, sul set del film Dark Shadows, incontrò Depp, lo invitò a suonare la musica immortale dei compagni caduti e a riformare la cricca. Nel 2015, il disco eponimo con ospite, tra gli altri, Paul McCartney: «Per scherzo preparammo in studio un banchetto a base di hamburger, sapendo che è vegetariano. Come rito di iniziazione intinse liquirizia rossa nel guacamole». Sarà un concerto hard rock, con cover di Doors, Who, Motörhead, Led Zeppelin: «La cosa incredibile è che in questa band non c’è mai una discussione. Chi l’avrebbe mai detto con tre ego di questo calibro? Ci divertiamo».
SEX SYMBOL
Depp, che provò a sfondare con la musica prima che con il cinema, è sempre più a suo agio: «Molte donne lo amano per altri motivi e all’inizio si sentiva un outsider, ora ha accettato di essere stato scelto perché è davvero un bravo chitarrista. E canta bene, basta ascoltare il suo tributo a Bowie in Heroes. Insieme abbiamo già scritto il secondo disco, solo brani originali molto duri, in uscita a Natale. È un buon periodo per il rock, la gente ne è affamata e riempiamo gli stadi. Parlo di rock vero, non di Beyoncé».