Libero, 4 luglio 2018
Pierfrancesco Favino: «Il mio D’Artagnan è un donnaiolo»
Uno per tutti, tutti per uno. Anzi, no. Perché, come ha spiegato ieri alle Giornate professionali di cinema Pierfrancesco Favino, «porta male, meglio non dirlo». La platea scoppia in una fragorosa risata e in quel momento capisci che a Natale potrebbe esserci davvero una novità in sala. Accanto infatti al milionesimo cartone animato zuccheroso, al resuscitato cinepanettone che riconcilia Massimo Boldi e Christian De Sica e all’inevitabile invasione di commedie italiane, il 27 dicembre arriverà nelle sale anche un Pierfrancesco Favino in cappa e spada. Il nostro sarà D’Artagnan, nel film italiano Moschettieri del re, distribuito da Vision e diretto da Giovanni Veronesi. Da quanto il cinema nostrano non si cimentava con il celebre romanzo di Dumas? L’ultima opera nostrana ispirata al libro risale al 1991 e vedeva Marco Columbro, Gerry Scotti e Teo Teocoli calarsi, rispettivamente, nei panni di D’Artagnan, Porthos e Aramis.
CINEMA AMERICANO
Con un tale precedente, è facile fare meglio. Il discorso però cambia se ci si paragona con i D’Artagnan del cinema americano: il primo, nel 1948, aveva il volto di Gene Kelly, che poi è stato emulato da Michael York (1973), Chris O’Donnel (1993) e Logan Lerman (2011). Favino però sembra sapere il fatto suo. Sul palco di Riccione, dove si svolgono le Giornate, è salito con fare spavaldo sciorinando un ammiccante accento francese: «Il regista mi ha raccomandato di rimanere nel personaggio», scherza l’attore. Per un momento hai quasi il timore che il suo sarà il primo D’Artagnan gay della storia. In fondo, sarebbe politicamente corretto considerate le attuali battaglie del nostro ministro per le pari opportunità. Tuttavia la clip proposta in anteprima alle Giornate dissipa (quasi) i dubbi: D’Artagnan, pur visibilmente sporco, invecchiato e sudaticcio, sarebbe un donnaiolo tant’è vero che è impegnato in un singolar tenzone con il marito cornuto. Le movenze, in realtà, non sono molto da macho, ma probabilmente è solo una trovata per prendere in giro i modi di fare francesi.
DAL LIBRO DI DUMAS
Il film, infatti, vuole essere molto ironico e spiritoso. Liberamente ispirato al primo libro di Dumas, è ambientato 30 anni dopo i fatti narrati dal romanzo. Sulla trama vige il massimo riserbo ma, da quel che si è intuito dalla clip, i Moschettieri sono tutti assai svampiti, le battute si sprecano come se fossimo in un film della Marvel e il cast è da urlo. Porthos ha infatti il volto di Valerio Mastrandrea, Athos è Rocco Papaleo (che nella clip viene rimproverato di sculettare troppo...) mentre Aramis è Sergio Rubini. Margherita Buy è la regina, Matilde Gioli l’ancella, Giulia Bevilacqua la bella Milady. «Il mio D’Artagnan è un bambinone, dall’animo pulito», anticipa Favino. «Sento la responsabilità di dare vita a un immaginario che appartiene alla cultura mondiale ma penso che l’avventura, unita ai toni da favola, saprà conquistare il grande pubblico».