Il Messaggero, 4 luglio 2018
Fecondazione, in 40 anni 8 milioni i bimbi in provetta
Per tutte le coppie in cerca di un figlio potrebbe essere quasi finito il periodo dei viaggi della speranza. Grazie a una tecnica messa a punto in Spagna, è possibile ricevere nel proprio Paese gli embrioni per l’impianto. La Remote OvumDonation è stata realizzata dall’Institut Marquès di Barcellona che ha sedi anche a Milano e Roma. I risultati sono stati buoni e hanno registrato percentuale di gravidanze del 64,6% e del 52% di natalità.
Il protocollo dell’ovodonazione a distanza prevede che nel Paese di origine dei pazienti, venga raccolto il campione di liquido seminale del coniuge che viene congelato e inviato al laboratorio di Barcellona dove la fecondazione in vitro viene eseguita con gli ovuli freschi della donatrice. Una volta fecondati, gli embrioni sono spediti in modo che il trasferimento dell’embrione venga effettuato dal medico del paziente nel suo Paese.
IL NOBEL Dati e procedure sono stati resi noti in occasione del congresso dell’European Society of Human Reproduction and Embryology (Eshre) in corso a Barcellona. Dove sono stati ricordati i 40 anni della nascita di Louise Brown, la prima bimba concepita in provetta, nata il 25 luglio 1978. La nascita di Louise, all’Oldham General Hospital nel Regno Unito, fu un successo ottenuto con il lavoro del biologo di Cambridge Robert Edwards (premio Nobel per la Medicina) e del ginecologo Patrick Steptoe. Louise è madre di due figli maschi.
Oggi al mondo sono oltre 8 milioni i figli della fecondazione assistita anche se, dopo 40 anni dalla prima nascita, la disponibilità dei trattamenti di riproduzione rimane in Europa molto frammentaria, con Danimarca e Belgio che offrono ciascuno più di 2.500 cicli di trattamento per milione di abitanti, mentre altri (come Austria e Italia) ne offrono molti di meno. Secondo il registro Eshre che monitora le attività a partire dal 2007, la Spagna rimane il Paese più attivo nella riproduzione assistita con 119.875 cicli di trattamento eseguiti nel 2015, seguita da Russia (110.723 cicli), Germania (96.512) e Francia (93.918). Guardando al registro italiano dell’Istituto superiore di sanità, nel 2015 risultano 95.110 i cicli di trattamento iniziati e 12.836 i bambini nati vivi nel nostro Paese. «Uno studio ha spiegato Christian de Geyter, presidente dell’Ivf Monitoring Consortium dell’Eshre – ha calcolato che la necessità globale di trattamenti avanzati per la fertilità è di circa 1.500 cicli per milione di abitanti l’anno. E solo una minoranza di Paesi europei soddisfa questa esigenza».
LA COPPIADurante il congresso Eshre è stato consegnato il premio Foward che quest’anno è andato a Ermanno Greco, direttore scientifico del Centro di Medicina della Riproduzione dell’European Hospital di Roma. Greco ha conquistato il riconoscimento per le ricerche sugli embrioni sani geneticamente, ovvero con un corretto numero di cromosomi e che possono essere impiantati nell’utero materno. In particolare, lo studio ha valutato tutte le caratteristiche della coppia e del ciclo di fecondazione in vitro. L’obiettivo è stato di creare un modello, con le varie caratteristiche femminili e maschili della coppia, che consenta di capire quale siano la possibilità di formare un embrione geneticamente sano.