Corriere della Sera, 4 luglio 2018
Nella corsa al computer quantistico ora la Francia insegue Usa e Cina
Ce la portiamo in tasca tutti i giorni, la usiamo (forse senza saperlo) quando chiamiamo Siri o Alexa. È l’intelligenza artificiale, con la quale ci interfacciamo quotidianamente.
Ma se nel mondo privato l’uso di queste tecnologie è abbastanza semplice, tutt’altra cosa è l’esperienza in ufficio, per cui la creazione di business particolarmente innovativi implica la possibilità di operare ovunque con qualsiasi dispositivo abbinato a una user experience individuale. Che equivale a una certa flessibilità nel mondo del lavoro. «La sfida dell’intelligenza artificiale non è quanto riusciamo a realizzare una macchina intelligente – racconta Thierry Breton, presidente e Ceo di Atos durante il summit annuale della big transalpina dell’It – ma fino a che punto possiamo espandere l’intelligenza umana che da sola non è più sufficiente a sostenere l’immensa quantità di dati che vengono prodotti».
Con la digital industry siamo nel mezzo della quarta rivoluzione industriale, abilitata appunto dalle tecnologie digitali, quali l’Internet of Things, cloud computing e l’utilizzo estensivo dei dati in tutte le fasi dalla produzione alla distribuzione e alle vendite. È quello che fa la multinazionale francese, cioè offrire nuove opportunità in termini di personalizzazione dei prodotti abbracciando tutti i settori: dai liberi professionisti agli operatori sanitari fino ai trasporti. E ci è arrivata con un nuovo prodotto economico e facile da usare, la Codex AI Suite, in grado di implementare rapidamente applicazioni Ai ed estrarre meglio il valore dai dati così da dare alle aziende la possibilità di sviluppare nuove opportunità di business.
Un esempio è il programma Coca-Cola Hbc Connected Cooler: Atos a Parigi ha appunto annunciato un nuovo contratto multinazionale con la Coca-Cola Hellenic Bottling Company. Ecco di che cosa si tratta: avete presente i distributori automatici che si trovano – ma non solo – negli uffici? Con questo programma si possono avere tutte le informazioni sul comportamento dei consumatori e sulle prestazioni al dettaglio, connettere le risorse, come il posizionamento di dispositivi di raffreddamento all’interno del mercato contribuendo a migliorare l’efficienza operativa e ad aumentare le entrate delle vendite. Entro la fine del 2018 Coca-Cola Hbc avrà i primi 300 mila dispositivi di raffreddamento connessi.
Ma se mettere in rete i big data, organizzarli ed interpretarli con l’obiettivo di migliorare il controllo di processo è la vera svolta verso l’analisi della qualità del prodotto e la completa soddisfazione dei clienti, un aiuto arriva dalla tecnologia quantistica. Il sogno di realizzare computer quantistici, i cosiddetti super computer, Atos l’ha realizzato nel 2016 quando ha lanciato “Atos Quantum”, un programma di calcolo quantistico che ha permesso di introdurre sul mercato, lo scorso anno, la “Atos Quantum Learning Machine” in grado di simulare fino a 40 bit quantici (i qubit). A Parigi Atos ha annunciato che sta sviluppando una nuova ricerca nell’informatica quantistica insieme a Cea (Commissione francese per le energie alternative e l’energia atomica) cofinanziata dall’Agenzia nazionale di ricerca (Anr). Dalla prima idea di computer quantistico nel 1982 del fisico statunitense Richard Feynman, pensato sulla base della sovrapposizione di stati delle particelle elementari, a oggi sono passati trentasei anni, eppure la guerra tra i big per arrivare al super computer probabilmente non finirà mai.