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 2018  luglio 04 Mercoledì calendario

E se in tribunale a decidere sarà un robot?

La scommessa è mettere a fattore comune le competenze di giuristi, matematici finanziari e ingegneri. Con l’intento di risolvere le cause pendenti nei tribunali che evidenziano elementi di serialità. I giudizi dove, insomma, si presentano problemi e casistiche che richiedono ogni volta valutazioni identiche, alcuni esempi tipici sono le cause per danni automobilistici, per invalidità o per casi di infortunistica. Al progetto lavora da quasi tre anni un gruppo coordinato dal professor Natalino Irti, accademico dei Lincei e già titolare di innumerevoli incarichi come presidente del Credito Italiano e vice presidente di Enel. Il lavoro svolto finora si è focalizzato sul tema della prevedibilità delle decisioni giudiziarie e sulla certezza del diritto. Nel 2016 si è tenuto un primo convegno dedicato a «la calcolabilità giuridica», il successivo orientamento è stato quello di approfondire nel 2017 in un apposito convegno il tema dei “precedenti”, e domani sempre all’Accademia dei Lincei si svolgeranno i lavori di un incontro dedicato a «la decisione robotica». «Gli algoritmi di decisone robotica e le tecnologie in generale sono in una fase di intenso sviluppo e la ricerca in diversi settori contribuisce alla loro rapida crescita. Anche il decidere delle macchine è oggetto delle ricerche in corso», un’osservazione quella di Irti, seguita dalla constatazione che «il mondo giuridico deve essere parte integrante anche tecnica di questa rivoluzione, poiché il concetto di decisione chiama quello di responsabilità, e perché tra le attività decisorie di maggiore impatto e rilievo ci sono le decisioni dei giudici». Qualcosa sta dunque cambiando, perché un software evoluto e corredato di tutte le informazioni necessarie potrebbe essere chiamato a svolgere un’attività «giudicante». Una rivoluzione che non è sfuggita ai principali organi della magistratura, tanto che al convegno è previsto l’intervento di Giovanni Legnini, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Mammone, primo presidente della Corte di Cassazione, e Filippo Patroni Griffi, presidente aggiunto del Consiglio di Stato. La contingenza punta perciò a dare una soluzione ai problemi correlati ai costi della giustizia e dell’assistenza sanitaria. I robot giudicanti sulle controversie che presentino carattere di serialità e ripetitività avrebbero, tra l’altro, il merito di contribuire a ridurre l’imponente arretrato che grava sul funzionamento dei tribunali. Ai lavori del convegno contribuiranno, tra gli altri, studiosi di tecnologia robotica come il professor Antonio Carcaterra, e matematici finanziari come il professor Massimo De Felice.