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 2018  luglio 03 Martedì calendario

Mister 100 milioni: «La mia Netflix africana: cultura, film e tecnologia tutti prodotti in Nigeria»

Fino a qualche anno, fa sui marciapiedi di Torino, decine di ragazzi nigeriani vendevano dvd. La maggior parte dei film erano prodotti a Nollywood, l’industria cinematografica alle porte di Lagos, Nigeria, ed erano acquistati dalla diaspora nigeriana torinese, la maggiore in Italia. Più di cinquemila persone per combattere la malinconia compravano titoli epici come Half of a Yellow Sun e Last Flight to Abuja. Poi è arrivato Jason Njoku, 37enne imprenditore nigeriano, nato e cresciuto a Deptford, sud-est di Londra, e con la sua iRoko Tv ha rivoluzionato la vita di milioni di connazionali in patria e all’estero. Alcuni lo hanno già definito il fondatore della «Netflix africana», altri preferiscono chiamarlo «Mister 100 milioni»: il numero di utenti che usufruiscono della piattaforma che ha creato. 

Ispirato dalla mamma
Dopo un’infanzia non facile e alcuni fallimenti imprenditoriali, l’ispirazione gli viene osservando le difficoltà della madre nel reperire i suoi film preferiti di Nollywood. Un prestito di un amico gli permette di volare a Lagos e di iniziare l’attività che gli cambierà la vita: comprare le licenze dei film nigeriani e distribuirli online. Il resto lo fanno lo sviluppo della Rete, gli investitori americani entusiasti del suo progetto e la crescita esponenziale della produzione cinematografica a Nollywood, capace ormai di sfornare 50 titoli a settimana. 
«In tutta la Nigeria non si arriva a 20 cinema per più di 180 milioni di persone, all’estero era difficile procurarsi i film di Nollywood, così ho pensato di colmare questa lacuna lanciando un’app che con pochi dollari al mese permettesse di accedere a centinaia di contenuti», racconta Jason Njoku a La Stampa mentre si trova a Città del Capo per una conferenza sullo sviluppo della tecnologia in Africa. «Al contrario della Netflix degli inizi, i nostri utenti possono assistere anche offline ai contenuti dopo averli scaricati, limitando così l’uso del traffico dati ancora molto costoso in Africa e potendo assistere anche in zone non coperte dalla Rete», aggiunge il fondatore di iRoko Tv. 
Nonostante l’enorme potenzialità, data la densità demografica e la giovane età anagrafica, il colosso americano non è riuscito a sfondare in Africa anche a causa della concorrenza di piattaforme come iRoko Tv. «Stiamo vincendo la sfida perché abbiamo creato un prodotto mirato alle esigenze degli africani sia in termini di contenuti che di tecnologia – è l’analisi di Njoku – abbiamo ridotto la qualità d’immagine per renderla più fruibile, abbiamo puntato sulla piattaforma Android, permesso pagamenti senza carta di credito e realizzato serie e film attinenti alle dinamiche della nostra società». Black Panther, l’ultimo grande successo della Marvel, più vicino agli standard hollywoodiani che nollywoodiani è stato molto apprezzato in Africa. «Non è proprio così, ha avuto grande successo tra i discendenti afro che vivono in America o Gran Bretagna e tra i Millennials più ricchi, ma la maggior parte degli africani non sono neanche in grado di capirlo, a causa dell’accento, e di apprezzarlo: rappresenta una realtà troppo astratta». Grazie all’enorme popolarità raggiunta, Jason Njoku ha stretto partnership anche con le grandi piattaforme satellitari televisive Canal + e Multichoice ampliando la distribuzione dalla Rete alla tv. «Abbiamo realizzato un centro di doppiaggio ad Abidjan, in Costa d’Avorio, così da poter distribuire le nostre produzioni anche in Africa francofona e ampliare la nostra audience». 
Colmare il gap
La diffusione ancora a singhiozzo della Rete in Africa non è un problema? «Nei prossimi anni saremo in grado di colmare il gap con il “Primo mondo” – afferma Njoku –. La Nigeria ora è l’epicentro dello sviluppo digitale in Africa: ogni settimana nascono nuove realtà collegate a questo ecosistema». Eppure ogni giorno centinaia di giovani prendono la strada verso l’Europa. «Io vedo sempre più ragazzi, invece, che si stanno organizzando per tornare – afferma il fondatore di iRoko Tv -. E tanti pronti a restare per le enormi possibilità che la tecnologia sta facendo nascere nel nostro continente. In pochi anni abbiamo creato 800 posti di lavoro. Non è facile, ma il tempo di migrare in Europa è finito, ci sono più possibilità in Africa che altrove».