Corriere della Sera, 3 luglio 2018
Giusy Ferreri, lady tormentone: «È la voglia di leggerezza»
Dall’estate all’estate. La carriera di Giusy Ferreri è legata alla bella stagione. Il suo primo successo fu Non ti scordar mai di me: tarda primavera 2008, Giusy usciva da «X Factor» con in mano un gioiello firmato da Tiziano Ferro. «Non aveva le caratteristiche del genere, ma fu un successo», ricorda la cantante che sarà uno dei protagonisti della Notte Rosa. Sedici settimane consecutive al numero 1 dei singoli più venduti.
Anche l’estate 2018 si annuncia con la sua voce per «Amore capoeira» di Takagi & Ketra...
«Takagi & Ketra hanno talento e capacità nel mettere assieme brani attuali e innovativi con ritmi coinvolgenti. Sono sul pezzo. Lo avevano dimostrato la prima volta con Roma-Bangkok e anche il brano di quest’anno ha quell’idea di freschezza e grinta che lo rende coinvolgente».
Cosa l’ha convinta?
«L’ho subito sentito vicino al mio linguaggio e al mio modo di essere. Inizia così: “avevo solo voglia di staccare, andare altrove/ non importa dove, quando, non importa come”. Sono schemi che tutti abbiamo in testa, la voglia di vagare altrove, di viaggiare».
Questo successo le farà passare un’estate in Italia...
«Ci sono località bellissime, piccoli posti di provincia che non conosco e che quando ci arrivi ti sorprendono».
Stacchi un biglietto per andare più lontano.
«Barcellona mi è sempre piaciuta molto. E il Brasile. Ci sono stata, ma vorrei tornarci per il Carnevale di Rio».
Il tormentone 2018? Non vale votare «Amore capoeira»...
«E allora dico Una grande festa di Luca Carboni, artista che stimo da sempre. Oppure Italiana di J-Ax e Fedez».
Baby-K l’ha chiamata in «Roma-Bangkok» e anche l’estate 2015 ha avuto la sua voce...
«Grazie a Claudia (nome di battesimo di Baby K, ndr) ho passato un’estate bellissima. Accettai perché lei è diversa dal resto del panorama italiano: mettermi in gioco mi piace. E mi piaceva l’idea di avere un percorso simile alle spalle con Tiziano Ferro e Michele Canova che avevano lavorato ai nostri album d’esordio».
Le sue estati musicali prima del successo?
«Negli anni Novanta condividevo il mio sogno musicale con una band. Suonavamo cover grunge, Nirvana, Alice in Chains, Sound Garden, il rock italiano di Timoria e Afterhours e classici come Crosby, Stills e Nash, Janis Joplin. Nei localini ci dicevano “ma siete fermi a Woodstock? Fateci Certe notti di Liga”».
Dal grunge di allora al pop di oggi. Come è cambiata?
«Ho iniziato con un approccio da band. Col tempo c’è stata un’evoluzione della musica, se allora il rock dominava oggi il pop si ascolta ovunque, e una mia evoluzione personale che mi hanno portato verso generi diversi».
La sua canzone dell’estate?
«Non ero ancora nata ma Un’estate al mare di Giuni Russo è un gran pezzo. Ricordo viaggi in macchina con mio nonno e Vamos a la playa dei Righeira. Più avanti L’ombelico del mondo di Jovanotti».
Adolescenza più vacanze uguale primi amori...
«Al mare a Palermo da dove viene la mia famiglia e i Blur di Girls and Boys».
Musica e bella stagione: che rapporto hanno?
«Mi sembra che negli ultimi anni sia tornata la voglia di tormentone. Forse è una risposta agli avvenimenti tragici e pesanti di questi tempi. La musica crea unione, lo vedo dal palco. In una canzone tutti cerchiamo spensieratezza, evasione e voglia di staccare».
Cosa farà per la «Notte Rosa»?
«Un concerto con la stessa scaletta del tour partito a maggio. Ci saranno le canzoni di Girotondo, le hit del mio passato e ovviamente anche Roma-Bangkok e Amore capoeira. Una scaletta varia, ben amalgamata fra i generi e con spazio per gli assoli dei musicisti».