Il Messaggero, 3 luglio 2018
Boldi e De Sica, ritorno da quasi amici
Messa in piega perfetta, filo di perle, occhiali, tailleur blu da signora bon ton: Christian De Sica travestito da donna, nel ruolo della badante di Massimo Boldi, è la sorpresa di Amici come prima, il film che segna, dopo 13 anni e tanti successi al botteghino, la réunion dei due attori (sarà in sala il 13 dicembre). Inutile dire che rappresenta il punto di forza del nuovo listino Medusa. «Ma non si tratta dell’ennesimo cinepanettone», precisa Giampaolo Letta, ad del braccio cinematografico Mediaset, «è una storia divertentissima a base di equivoci e colpi di scena». Un po’ Quasi amici, un po’ Mrs. Doubtfire, il film è diretto dallo stesso Christian e nato da un soggetto firmato dall’attore con Fausto Brizzi (pronto a dirigere la commedia Modalità aereo che non sarà prodotta da Medusa ma da Casanova).
STILE TITANIC
Intanto le riprese di Amici come prima sono in corso sul lago di Como. La trama: licenziato dall’albergo di proprietà del ricco brianzolo Boldi su suggerimento della figlia (Regina Orioli) che intende svecchiare il personale, De Sica si traveste da donna e si fa assumere come badante dall’uomo (ignaro) costretto su una sedia a rotelle. E tiene nascosto il nuovo lavoro anche alla moglie (Lunetta Savino), sottoponendosi a un pirotecnico tour-de-force fatto di bugie, cambi di look, scoperte spiazzanti.
La scena divulgata dalla produzione, che vede Boldi e De Sica abbracciati in stile Titanic sulla prua di uno yacht prima di mandarsi allegramente a quel paese, dà già un’idea di cosa il pubblico dovrà aspettarsi. «Ma non abbiamo mai litigato. Ci siamo divisi nel 2005 perché Massimo aveva scelto un produttore diverso dal mio e siamo rimasti in ottimi rapporti personali», ha dichiarato Christian al settimanale Sorrisi e Canzoni. «Ci intendiamo benissimo, siamo come Jack Lemmon e Walter Matthau. Oggi sul set c’è un entusiasmo e una vitalità che ci ha ringiovaniti di 40 anni».
«Amici come prima è un film-evento: proprio quello che ci vuole per trascinare la gente in sala. Il cinema è tutt’altro che in crisi, oggi sono semmai aumentate le forme in cui viene consumato», aggiunge Letta, illustrando il listino di Medusa, al 100 per 100 made in Italy, in cui abbondano le commedie: Se son rose di Leonardo Pieraccioni, Ti presento Sofia di Guido Chiesa con Fabio De Luigi e Micaela Ramazzotti, Bugiardi di Volfango De Biase con Giampalo Morelli, Paolo Ruffini, Herbert Ballerina (remake del successo francese Alibi.com), 10 giorni senza la mamma di Alessandro Genovesi, L’indesiderato di Enrico Lando con Aldo Baglio per la prima volta senza Giovanni e Giacomo, Un nemico che ti vuole bene di Denis Battaglia con Diego Abatantuono e Antonio Folletto. In attesa del ritorno di Checco Zalone a gennaio 2019 (il progetto è top secret), di Paolo Genovese (con Il primo giorno della mia vita ambientato a New York oppure una storia italiana) e di Ficarra & Picone per Natale 2019.
Sul fronte degli autori, Medusa punta su Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis, storia di vita e di maternità nella terra della camorra con l’intensa Pina Turco (in predicato per Venezia dove venne lanciato Indivisibili), L’uomo del Labirinto, nuovo thriller dello scrittore-regista Donato Carrisi, Domani è un altro giorno di Simone Spada con Marco Giallini e Valerio Mastandrea, storia di un’amicizia e rifacimento dello spagnolo Truman. Sono storie sentimentali Nessuno come noi di Volfango De Biasi, con Alessandro Preziosi e Sarah Felberbaum, e Un amore così grande di Christian De Mattheis, con la partecipazione dei tre cantanti de Il Volo. Vede possibile la nascita di una Netflix italiana? «Da noi la tv generalista sopravviverà ancora a lungo», risponde Letta. E perché tanti remake? Mentre il cinema italiano riacquista slancio (la quota di mercato del primo semestre 2018 sfiora il 30 per cento), spiega: «È meglio puntare su un rifacimento che su una sceneggiatura zoppicante: riceviamo oltre mille copioni all’anno e possiamo assicurare che il punto debole del cinema italiano è proprio la scrittura. Ci sono tante idee ma poco mestiere». A proposito di remake, l’ad di Medusa rivela che Harvey Weinstein si era innamorato di Perfetti sconosciuti e voleva rifare il film in America. Poi è scoppiato lo scandalo e la società è fallita. «Ma i nuovi proprietari sono tornati alla carica: il cult di Genovese, dopo i rifacimenti spagnolo e greco e il successo dell’originale in Cina, parlerà dunque anche inglese».