Il Messaggero, 3 luglio 2018
Un cervello artificiale per gli astronauti: nella stazione spaziale arriva Cimon
Sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) è appena arrivato un nuovo ospite. O meglio, un nuovo membro dell’equipaggio. Fatto di metallo e plastica. Partorito da una stampante in 3D e dotato di intelligenza artificiale. Si chiama Cimon, abbreviazione di «Crew Interactive Mobile Companion» («Assistente interattivo mobile per l’Equipaggio»).
ISPIRAZIONE
I suoi papà lo hanno descritto emblematicamente come una sorta di «cervello volante». Cimon, infatti, è poco più grande di un pallone da basket. Si muove in assenza di gravità, cioè vola da una parte all’altra. Parla e riconosce i suoi interlocutori. Può anche fare le faccine, triste o allegra. O far sparire occhi, naso e bocca per mostrare immagini e video. Ma soprattutto può aiutare concretamente gli astronauti della stazione orbitante in tutte le loro operazioni.
Cimon è infatti un robot dotato di intelligenza artificiale sviluppato proprio per accompagnare e aiutare gli esseri umani nelle missioni spaziali. Un po’ come il professor Simon, il cervello robotico di «Capitan Futuro», il cartone animato degli anni 70 ispirato ai romanzi di Edmond Hamilton negli anni 40. È infatti proprio al professor Simone che hanno ammesso di aver pensato i suoi creatori, i tecnici di Airbus e Ibm. La creazione di Cimon è stata commissionata dall’Agenzia spaziale tedesca.
Dopo esser stato «stampato», questo «cervellone volante» è stato addestrato a Terra dall’astronauta tedesco Alexander Gerst che ora lo rincontra sulla Iss. I due, astronauta e robot, lavoreranno insieme ad alcuni esperimenti scientifici. In particolare, saranno effettuati esperimenti con i cristalli, si cercherà di risolvere il cubo di Rubik e si eseguirà un esperimento medico.
PROBLEMI
Ma, in generale, Cimon potrebbe aiutare a risolvere anche alcuni problemi durante il lavoro di routine, elaborando e visualizzando dati diagnostici.
«In breve, Cimon sarà il primo sistema di missione e di assistenza al volo basato sull’intelligenza artificiale», spiega Manfred Jaumann di Airbus. «Siamo la prima azienda in Europa a portare una specie di cervello volante sulla ISS e a sviluppare l’intelligenza artificiale per l’equipaggio a bordo della stazione spaziale», aggiunge.
Certamente più affascinante sarà la possibilità di sfruttare appieno la rete neurale del robot, ovvero quel sistema informatico che gli permette di lavorare quasi come fosse un cervello umano, permettendogli di interagire con gli astronauti al pari o quasi di un loro «collega».
La permanenza di Cimon nei prossimi mesi, infatti, sarà anche l’occasione per mettere alla prova questa tecnologia in vista di missioni più a lungo termine. Lo scopo è quello di capire se e in quale modo l’intelligenza artificiale può servire da sostegno nello spazio, anche come «amico», nei viaggi lunghi. Come ad esempio, quello sul Pianeta Rosso.
«Nelle missioni più lunghe può prendere il sopravvento il cosiddetto pensiero di gruppo’», spiega Philipp Schulien, uno degli ingegneri dell’Airbus che ha lavorato allo sviluppo di Cimon – che può portare a decisioni irrazionali».
Cimon avrà poco più di 5 mesi per dimostrare il suo potenziale. Se tutto andrà come previsto, rientrerà a Terra il prossimo 13 dicembre. Solo dopo verrà valutato in concreto il suo potenziale per le missioni future.