Corriere della Sera, 2 luglio 2018
Sulla McLaren dedicata a Senna che costa (quasi) un milione di euro
ESTORIL Il responsabile tecnico della McLaren Automotive è un italiano, un modenese emigrato nel Surrey da 8 anni dopo essersi fatto le ossa nel santuario delle auto sportive per eccellenza. Proveniente dalla Ferrari, Carlo Della Casa ha diretto progettazione e sviluppo delle recenti coupé inglesi, presto assurte al ruolo di ulteriore punto di riferimento per gli amanti delle auto ad altissime prestazioni. L’ultima sfida porta un nome davvero importante nel ricordo di uno dei più leggendari campioni della Formula 1, Ayrton Senna. «Con la Senna – afferma Della Casa – volevamo raggiungere i vertici in fatto di prestazioni e tecnologia. È un’auto speciale che, senza badare a spese, rappresenta per noi il massimo di quello che si può realizzare in questo momento».
Derivata dalla più economica (si fa per dire…) 720S, la McLaren Senna era in listino in Italia a 945.500 euro (750.000 sterline nel Regno Unito). Nonostante il prezzo, i 500 esemplari prodotti sono andati a ruba in circa mezz’ora. I numeri sono da capogiro, cominciando dagli 800 cv di potenza e 800 Nm di coppia massima erogati dal V8 biturbo di 4 litri. In accelerazione bastano 2,8 secondi per raggiungere i 100 km/h e 6,8 secondi per ritrovarsi lanciati a 200 all’ora. Il muro dei 300 si supera dopo 18,8 secondi prima di toccare i 335 km/h, la velocità di punta. La Senna non è solo prestazioni, dato che può contare su uno sfruttamento estremo dei fenomeni dell’aerodinamica. Grazie a studiate canalizzazioni dell’aria, ai deflettori anteriori mobili e all’ala posteriore ad incidenza variabile, può generare un carico aerodinamico di 800 kg a 250 km/h. Un carico che aumenta la già incredibile tenuta di strada di un mezzo che pesa a vuoto solo 1.198 kg grazie all’uso di materiali ultraleggeri.
I dischi carboceramici hanno permesso di ridurre peso e diametro: bastano 100 sbalorditivi metri per fermare l’auto lanciata a 200 km/h. Il tocco finale è per le gomme, le P-Zero Trofeo R sviluppate su misura per la coupé inglese. Poter guidare la Senna è un privilegio per pochissimi, ovviamente oltre ai fortunati che l’hanno acquistata. La McLaren ce l’ha lasciata mettere alla frusta sul circuito di Estoril. Con tanto di tuta e casco, l’abbiamo portata in pista dopo esserci acclimatati con la già estrema 720S. L’abitacolo non è dissimile da quello delle altre McLaren, ma le cinture di sicurezza a sei punti sono quelle di un’auto da corsa. Il pulsante di avviamento del motore è sul tetto, sopra lo specchio retrovisore. Dopo un paio di giri si capisce di essere seduti su una specie di Everest delle automobili. Le accelerazioni sono fulminanti, lo sterzo preciso come il bisturi di un chirurgo, i freni impressionanti, la tenuta di strada eccezionale. Più si spinge e più ci si sente sicuri, con reazioni al limite comunque prevedibili. Che rimangono tali anche quando si esagera con l’acceleratore in uscita di curva e il posteriore sbanda per il massimo divertimento nel controllo dell’auto al limite di aderenza.
La pur eccezionale 720S da 720 cv perde ben 6 secondi al giro rispetto alla fantascientifica Senna. Siamo certi, avendolo conosciuto di persona, che anche a lui piacerebbe tanto guidarla.