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 2018  giugno 30 Sabato calendario

Renzi “real estate”, le passioni immobiliari di un ex premier

Sta trascorrendo il fine settimana a Roma Imperiale, il quartiere più esclusivo di Forte dei Marmi, in un albergo a pochi passi dall’Augustus, la storica residenza della famiglia Agnelli trasformata in un super hotel. Dicono sia di casa. Da quando non è più a Palazzo Chigi e ha fatto ritorno a Firenze, Matteo Renzi ha un tenore di vita che ha stupito molti tanto da diventare argomento di discussione. Come domenica scorsa in piazza Santa Croce, quando è apparso alla finale del calcio in costume. Pochissimi lo hanno salutato, molti hanno commentato la sua nuova ricca vita. Nella zona lo vedono. Sanno che frequenta il ristorante il Cibreo dell’amico Picchi; che ha abitato un attico in piena isola pedonale per poi trasferirsi a poche centinaia di metri in affitto.
Per questo ieri nessuno si è stupito apprendendo da La Verità che è in procinto di acquistare una villa da 1,3 milioni. In procinto perché al momento ha versato 400 mila euro con quattro assegni circolari da 100 mila euro ciascuno. La smentita diffusa nel pomeriggio da Renzi è più una conferma: “Al momento non ha concluso l’acquisto”. Certo. Come correttamente scritto da Giacomo Amadori su La Verità, infatti, Renzi e la moglie Agnese Landini si sono presentati presso lo studio fiorentino del notaio Michele Santoro e hanno firmato un preliminare d’acquisto da 1.230.000 per la villa più altri 70 mila per un terreno agricolo di 1.580 metri quadrati adiacente al giardino. Ora se il proprietario volesse venderla a qualcun altro dovrebbe restituire a Renzi il doppio dell’anticipo versato.
La villa è nella zona più esclusiva di Firenze: via Tacca, una strada chiusa che va su viale Michelangelo, due curve sotto il piazzale che ospita il David. Il prezzo pattuito appare a numerosi immobiliaristi fiorentini basso. A 1,3 milioni si compra un appartamento in centro. Non una villa. E che villa: 276 metri quadri, 11,5 vani su due livelli, con un salotto triplo, cucina, tre camere con altrettanti bagni, studio e terrazza. Oltre a un parco da 1.580 metri quadri.
Non sarebbe la prima abitazione gentilmente fornita all’ex sindaco. Addirittura Marco Carrai – l’amico storico nonché fundraiser, animatore e fondatore prima delle associazioni (Festina Lente e Link) e poi delle fondazioni (Big Bang e Open) che dal 2007 hanno finanziato Renzi – per tre anni gli ha fornito un appartamento in via degli Alfani, alle spalle del Duomo. Prima ancora, con esattezza dal 2009 al 2011, Renzi viveva in via Malenchini 1 nel palazzo Malenchini del marchese Luigi Malenchini, marito di Livia Frescobaldi, nobili conosciuti grazie alla marchesa Giovanna Folonari Cornaro, nominata assessore in Provincia nel 2004 dal giovane presidente Renzi. La mansarda di 80 mq affacciata sull’Arno tra Ponte Vecchio, Uffizi, Santa Maria alle Grazie, all’allora sindaco costava 900 euro d’affitto. Tutto lecito, ovviamente. Così come il preliminare d’acquisto della villa con parco su viale Michelangelo. Se non fosse però che appena a gennaio scorso Renzi lamentava di avere appena 15.859 euro sul proprio conto corrente. Quindi i 400 mila euro da dove arrivano? Non è dato sapere. Nella nota diffusa dal suo ufficio stampa viene specificato che quando l’acquisto sarà concluso verranno resi noti i dettagli. Ma viene anche specificato che la villa di famiglia a Pontassieve non è stata venduta. Dunque Renzi avrà bisogno di stipulare un mutuo. Che sarebbe il quarto. A fargli i conti in tasta è sempre La Verità. L’ex premier ha già ben tre finanziamenti accessi.
Uno risale al 2004, 300 mila euro dilazionati in 20 anni con una rata mensile da 1.600 euro proprio per l’abitazione di Pontassieve. Un secondo sottoscritto nel 2009 per 160 mila da restituire a 800 ogni 30 giorni. Infine il terzo nel 2012 quando i genitori Tiziano e Laura Bovoli hanno venduto la casa di Rignano sull’Arno ai tre figli (Matteo, Benedetta e Matilde) che hanno stipulato un rateo da 1,3 milioni di cui 325 mila a carico dell’erede politico per 1.850 euro mensili. In tutto, dunque, a oggi 4.250 euro dello stipendio del senatore semplice vanno in mutui.

Ma oltre la sorprendente disponibilità economica, a colpire è la tempistica dell’acquisto: i vecchi proprietari della villa avevano presentato domanda di condono degli abusi nel 1986 e il Comune di Firenze ha accolto la richiesta solamente a fine 2017, dopo 31 anni. Neanche il tempo di ricevere la comunicazione ed ecco Renzi con quattro assegni. Di questo particolare tempismo è stato chiamato a rispondere il sindaco, Dario Nardella, da una interrogazione presentata ieri dal consigliere di FdI, Francesco Torselli. Lunedì sarà in aula.