la Repubblica, 29 giugno 2018
Il signor Vinavil che ha cambiato la nostra infanzia
Ci sono uomini che davvero cambiano il mondo, e il signor Carlo era uno di questi. Come chi inventò la ruota, la penna a sfera, il chewing-gum. Il signor Carlo Oddone un giorno inventò il Vinavil, e da allora nessun bambino è stato lo stesso di prima, nessun lavoretto a scuola lo è stato, nessun foglio di cartone scollato, nessun pezzo di legno da riparare. Il signor Carlo aveva 93 anni e se n’è andato in silenzio, perché il mondo quasi sempre non riconosce chi l’ha cambiato.
Ma che importa: l’unico senso che rimane è quello di un lavoro fatto bene, lo spiegò benissimo Primo Levi, mica per niente chimico come il signor Carlo e laureato alla stessa università torinese.
Perché il Vinavil non è solo una colla, ma una bianca sostanza che incolla i ricordi, il tempo scivolato via, i pomeriggi a guardare “Giocagiò” in tivù con le forbici dalle punte arrotondate in una mano e il flacone bianco e rosso nell’altra. Mai cambiata, quella confezione, come i Baci Perugina e la Nutella, come la Vespa e la Bic. Come tutti i pezzi della nostra vita che rimangono con noi e sembrano solo oggetti, cose, invece sono frammenti portatili di cuore.
Un bel mattino del 1952, Carlo Oddone e i suoi collaboratori lavorarono sull’acetato di vinile nello stabilimento della Società Elettrochimica del Toce, poi Rhodiatoce, in Val d’Ossola, provincia di Vercelli: terra di risaie, smisurate pianure e spazi da tenere insieme con la colla. Ed è così che fondendo, anzi incollando i pezzi di quel nome, Vinile Acetato di Villadossola, nacque anche l’acronimo Vinavil, perché noi siamo come ci chiamiamo.
Non prese per questo il Nobel, il signor Carlo, anche se l’avrebbe meritato, Ma in fondo quel premio gliel’hanno assegnato nel tempo milioni di bambini alle prese con il tappino da infilare nel pispolo rosso, e guai se un po’ di colla diventava dura (sempre). Quei bambini che si spalmavano il Vinavil sulle dita, poi lo annusavano (sapeva di mandorla) ma soprattutto aspettavano che si solidificasse, formando sulle mani come una seconda soffice pelle. Ed era divertente levarla via, era come scaccolarsi all’infinito.
La prima pubblicità del Vinavil, che costava allora 150 lire, diceva che con quella candida sostanza si potevano aggiustare il cavallino a dondolo e il cane di stoffa: tutti i nostri eroi, in fondo. Ed è per questo che adesso salutiamo con grande affetto il signor Carlo e la sua colla magica: le nostre dita un po’ appiccicose gli fanno ciao.