il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2018
I pistola con la pistola
Mentre tutti i mejo cervelli del bigoncio si interrogano sui massimi sistemi per trovare un futuro alla sinistra e al Pd (che sono ormai un ossimoro), noi ci arrendiamo per evidente inadeguatezza. E preferiamo volare molto più basso, domandando sommessamente a lorsignori: ma siete sicuri che il problema della sinistra e (anzi o) del Pd sia la penuria di programmi, di idee, addirittura di ideologie? A noi pare soprattutto una crisi di abbondanza: di cretini, però. Troppi idioti per così pochi voti. Prendete i vitalizi: non ci vuole Einstein per capire che chi impone sacrifici ai pensionati non può non farne anche lui. L’aveva capito persino Renzi, che non è proprio una cima. Infatti aveva incaricato non dico Talleyrand, ma Richetti di scrivere una legge che la facesse finita con le pensioni d’oro e baby dei parlamentari (in carica ed ex). I 5Stelle avevano addirittura ritirato la loro, molto simile, per convergere su quella del Pd. Che però, passata alla Camera, fu poi sabotata al Senato dallo stesso partito che l’aveva proposta e approvata. Così ora il M5S può intestarsi, con Fico, un merito che potevano prendersi i Dem. Geni assoluti.
Un’altra prova di cretinismo acuto è la legittima difesa che, se non ci fossero di mezzo delle vite umane (non solo quelle dei ladri, ma soprattutto quelle delle vittime), farebbe scompisciare dal ridere. Da anni la Lega racconta alla gente la balla di migliaia di poveri italiani che, derubati e minacciati a morte dai ladri (tutti rom o extracomunitari: gli italiani, com’è noto, non rubano), non possono difendersi perché i pm cattivi li indagano o li arrestano. Da sinistra si è sempre risposto piagnucolando per la sorte dei ladri colpiti dai derubati o ripetendo che gli omicidi sono in calo, col risultato di far incazzare vieppiù i derubati reali o potenziali e di regalarli tutti alla Lega. Poi, due anni fa, Renzi decise di inseguire Salvini diventando più populista di lui. E fece approvare alla Camera una legge demenziale che dava licenza di sparare ai ladri nelle ore notturne anche senza minacce all’incolumità delle vittime: bastava dimostrare il “grave turbamento psichico” del derubato non solo per la sua “vita e l’integrità fisica”, ma anche per la sua “libertà personale e sessuale”, e poi valeva tutto. Anche il plotone di esecuzione. Al Senato la boiata fu lasciata cadere, ma quando ormai tutti avevano capito la fondamentale differenza fra Pd e Lega: il Pd voleva la licenza di uccidere dopo il tramonto, la Lega anche prima.
Tutto per non fare ciò che la politica dovrebbe anzitutto fare: dire la verità. Che, sulla legittima difesa, è semplice: la norma, regolata fin dal 1930 dal Codice Rocco (grande giurista nazionalista e ministro di Mussolini), fu riformata in senso ancor più favorevole a chi spara nel 2006 dal ministro leghista Roberto Castelli (governo Berlusconi-2): da allora chi spara per difendere la propria vita o beni proporzionati, in casa o in negozio o in strada o in treno o sulla metro, di notte o di giorno, prima e dopo i pasti, esercita il diritto alla legittima difesa e dunque va assolto. Naturalmente però resta fermo il principio che, se una persona muore non per cause naturali, ma perché qualcuno le ha sparato, il magistrato deve accertare le cause del decesso: aprendo un’indagine su chi ha sparato, per ascoltare la sua versione dei fatti con l’assistenza di un avvocato e valutare se la sua difesa estrema (l’omicidio) fosse legittima o no. E continuerebbe a essere così anche se la Lega riuscisse ad approvare la sua legge (salvo, si capisce, che la legge sia incostituzionale, nel qual caso la Consulta la fulminerebbe al primo ricorso). A chi risponde che non è giusto indagare chi spara a un ladro, basta domandare: scusa, ma se un giorno la polizia ti bussa alla porta e ti consegna il cadavere di tuo figlio crivellato di colpi, tu preferisci che un giudice accerti se chi l’ha ucciso aveva buone ragioni per farlo, o prendi per buono quel che dice lo sparatore, e cioè che tuo figlio stava per derubarlo e assassinarlo?
Essere indagati per eccesso colposo di legittima difesa o per omicidio o per tentato omicidio ai danni di un delinquente dopo aver subito un furto con aggressione non è un fatto infamante, anche perché poi arriva regolarmente l’archiviazione. E i processi a chi spara a un ladro riguardano perlopiù i casi in cui il morto ha uno o più proiettili nella schiena, che fanno pensare non alla legittima difesa, ma all’esecuzione di un ladro in fuga, dunque inoffensivo. E nessuna legge al mondo, salvo che nel vecchio West, potrà mai impedire a un pm di indagare su casi del genere. Nemmeno quella che ora ha in mente Salvini, purtroppo inserita nel contratto di governo con i 5Stelle. Una legge inutile, per le ragioni appena esposte. Ma anche dannosa, perché spingerà la gente ad armarsi (pare – dai sondaggi – che la fregola stia contagiando soprattutto gli anziani: viste certe mani tremolanti, tanti auguri ai loro congiunti e anche a loro). E addirittura criminogena: più aumentano le probabilità che il rapinando sia armato con licenza di uccidere, più il rapinatore si armerà fino ai denti per avere la meglio ed, essendo un professionista, l’avrà, visto che sarà più pronto a sparare per primo. Così c’è pure il caso che gli omicidi volontari, costantemente in calo vertiginoso dagli anni 70, tornino a impennarsi. Idem per gli omicidi preterintenzionali di chi sparerà per sbaglio a mogli e figli. E anche per i suicidi involontari di chi, estraendo o pulendo la pistola, si sparerà nelle palle. Nel qual caso i ladri moriranno lo stesso. Ma dal ridere.