Il Messaggero, 29 giugno 2018
I parlamentari sorteggiati e il precedente di Clistene, che finì bandito da Atene
Chissà se Beppe Grillo ha in messo in conto, lanciando la sua lotteria per i senatori, che il metodo del sorteggio non porta fortuna a chi lo propone. Il caso di Clistene è molto curioso e dovrebbe valere come insegnamento. Ricopriva la carica di Arconte nella democrazia ateniese, e nel 508 avanti Cristo questo nobile personaggio che s’ispirava a Solone – Casaleggio senior ancora non esisteva come maestro di politica – varò una Grande Riforma. Si basava sul criterio che le alte dignità le decideva il caso (to automaton) attraverso una sorta di testa o croce che si faceva lanciando in aria una fava. E quella indicava chi doveva far parte del consiglio dei 500, una sorta di Senato, che faceva le leggi e aveva funzioni di controllo politico. Non contento, Clistene decise che andavano sorteggiati anche i membri dell’«eleia», cioè il tribunale popolare. Sui giudici Grillo ancora non si è espresso, ma se la lotteria per i senatori dovesse funzionare il fondatore di M5S replicherebbe questo modello di selezione ai deputati, come già ha fatto capire e magari anche agli amministratori locali. Visto che quelli scelti con i clic sul blog non sembrano funzionare benissimo. Come si vede anche nel caso di Roma, non la Roma classica.
I SOFISTI
Il problema però – oltre la fine che avrebbe fatto Clistene, ma quella la vedremo e a Grillo non la auguriamo – è che dopo la lotteria ad Atene fioccavano critiche e recriminazioni sui risultati. Tutti litigavano su tutti, per colpa della fava. Un sofista greco molto famoso, l’anonimo autore dei «Discorsi duplici», lamentava che il sorteggio non aiutasse l’emergere delle competenze nel maneggiare i problemi dello Stato. Una questione, quella dell’attitudine a governare, che, Clistene o non Clistene, il movimento 5 stelle e in generale la politica odierna ben conoscono e molto patiscono sulla propria pelle e su quella dei cittadini. L’autore dei Discorsi duplici faceva notare, in polemica con il modello Clistene: «È come se il padrone di un campo affidasse a sorte il lavoro ai suoi schiavi, sicché quello che guida i buoi si mette a cucinare, e il cuoco a guidare i buoi». Con tutti i prevedibili danni per il buongoverno.
L’ideatore del sorteggio però fu anche quello a cui, senza sorteggio, toccò questa fine. Clistene è stato anche colui che inventò l’ostracismo, mediante il quale – attraverso un libero voto – un cittadino ritenuto pericoloso veniva mandato in esilio. L’ostracismo fu usato per la prima volta nel 487 avanti Cristo. E chi ne fu la prima vittima? Clistene. Ma evidentemente, Beppe non è superstizioso.