Corriere della Sera, 27 giugno 2018
«Toglietegli i conti». E l’eroe della Luna fa causa ai suoi figli
A 88 anni l’uomo della Luna che vorrebbe andare su Marte è alle prese con una missione molto terra terra, una brutta sfida legale che lo vede contrapposto ai figli sessantenni Andrew e Janice. Un mese fa loro hanno chiesto a un giudice della Florida di essere nominati tutori legali del vecchio astronauta, sostenendo che il padre soffre di un degrado cognitivo tale da impedirgli di badare alle sue (e loro) finanze. Buzz ha contrattaccato in questi giorni facendo causa alla prole, chiedendo di esautorare i due figli dalle casse (e dalle carte di credito) della fondazione di famiglia e accusando l’ex amministratrice finanziaria Christina Korp di frode. Secondo Aldrin in particolare il figlio Andrew avrebbe sottratto mezzo milione di dollari dal suo conto personale negli ultimi due anni. Il secondo eroe della missione Apollo 11 chiede i danni ai figli, rei a suo dire di averlo «infangato» sostenendo che soffre di Alzheimer o comunque di una forma di demenza.
È di nuovo tempo di test per l’ingegnere del New Jersey che da pilota di caccia divenne a forza di esami uno dei protagonisti della favola spaziale nell’estate di (quasi) mezzo secolo fa. Il secondo uomo ad aver messo piede sul suolo lunare il 21 luglio 1969 («Vista magnifica», furono le sue parole, nove minuti dopo «il balzo gigantesco dell’umanità» annunciato dal comandante Neil Armstrong), il primo ad averci fatto prosaicamente la pipì sopra, ora è nelle mani di altri esperti. Non gli scienziati della Nasa che lo giudicarono idoneo alla missione ma quelli nominati dal giudice per sondare lo stato dei suoi neuroni. Cominciati ieri, i test medici si concluderanno questa sera e saranno importanti per l’esito della vicenda. Ad aprile lo stesso Aldrin aveva anticipato le mosse dei figli rendendo pubblico il referto di uno psichiatra dell’Università della California, in base al quale l’ex pilota della guerra di Corea sarebbe in grado di gestire le sue finanze e la sua salute. Nella loro richiesta di maggio, i figli di Buzz hanno sostenuto che il padre soffre di perdite di memoria e vive in uno stato confusionale. Alcuni «nuovi amici», non meglio identificati da Andrew e Janice, starebbero cercando di allontanare il padre dai familiari facendogli spendere soldi a «un ritmo allarmante». Denaro prezioso che «appartiene alla Fondazione costruita insieme con papà per far conoscere la sua eredità alle generazioni future. Amiamo nostro padre e siamo sicuri che troveremo una via di uscita».
Più che al futuro Aldrin pensa al presente. «Nessuno riuscirà a dimostrare che io debba piegarmi al controllo di qualcun altro» ha ruggito il vecchio astronauta la settimana scorsa in un’intervista con il Wall Street Journal. Il grande sostenitore delle possibilità di vita su Marte ora accusa i figli di aver cercato di minare le sue relazioni sentimentali qui sulla Terra. E, da ultimo, la sua voglia di risposarsi. Dopo tre matrimoni (l’ultimo concluso nel 2011) il quasi novantenne Aldrin vuole convolare ancora? Non è chiaro chi sia l’aspirante moglie. È la stessa persona (innominata) che secondo i figli sta suggerendo le mosse (anche giudiziarie) del padre in difficoltà?
Storia che si potrebbe intitolare «Una magnifica desolazione», come uno dei suoi libri, che riprendeva la risposta di Buzz alla domanda di Armstrong, lassù sulla Luna: «Non è magnifico?». Alzheimer, altre forme di demenza, invecchiamento naturale: milioni di persone, e di famiglie, vivono «il tempo del declino» come una «magnificent desolation». Si naviga spesso a vista tra la stella della libertà e l’asteroide della malattia, il diritto all’indipendenza e l’esigenza di protezione. E quasi sempre la rotta della giustizia solleva interrogativi.