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 2018  giugno 28 Giovedì calendario

Il mondo di Greg Paltrinieri: «Oltre la piscina ho cercato la vita»

Greg vira tra tutte le cose. I viaggi, gli studi, i ricordi, i sogni, le mancanze e il mare. Il campione olimpico Paltrinieri è appena sbarcato in una Roma luccicante di luce per il Trofeo Settecolli (da domani a domenica) dai Giochi del Mediterraneo a Tarragona dove ha vinto l’unico oro nei 1500 sl che ancora gli mancava (oltre a un altro nei 400 sl): «Sono contento della mia condizione, molto migliorata rispetto agli Assoluti di Riccione. Persino le virate mi vengono meglio. Non avevo mai partecipato prima ai Giochi del Mediterraneo, nel 2013 ero qualificato ma rinunciai per la maturità».
Adesso che è il laureato di tutto il mezzofondo con le corone dei Giochi, Mondiali ed Europei, Greg a 23 anni vuole spostare i confini: «Ho fatto a metà marzo la mia terza prova in acque libere alle World Series di Doha, sono arrivato 5°, ma credo sia stata la mia migliore performance: al via eravamo 70 compresi quasi tutti i big. Mi è piaciuto, mi sono piaciuto». Dal cloro al sale e viceversa, questa è la strada di Gregorio da qui a Tokyo 2020 dove entrerà nel programma a Cinque Cerchi la distanza degli 800 sl: «Non farà gli Europei di fondo, ma da settembre ricomincio a prepararmi e se riesco a prendermi il pass porto la gara alle Olimpiadi: per conoscermi, distrarmi, avere una possibilità in più. Non sarà facile, la squadra italiana del mare è tra le più forti al mondo, ma lotterò per entrarci».
Un anello d’argento con una pietra nera, abbronzato, jeans aderenti, orologio prezioso, sneakers. Un ragazzo di mondo, il ragazzo di Carpi. Per la seconda volta in pochi anni è tornato in Australia ad allenarsi per due brevi periodi col suo amico Mack Horton a Melbourne: «È stata un’esperienza che volevo fare. Anche perché: se non ora quando? Dopo gli Europei di agosto a Glasgow si ricomincia per l’ultimo biennio che porta in Giappone. Sembra sciocco dirlo: ma solo nuotare è stressante. Io ho bisogno di altro. Tornando in Italia dal mio allenatore a Ostia, Stefano Morini, ho apprezzato di più il lavoro che facciamo insieme. Dagli altri impari, magari copi quello che ti manca, ma capisci anche meglio la ricchezza che hai. Però in Australia mi sono trovato bene. Ho conosciuto persone nuove, vissuto la città, ho vissuto. Quasi fossi uno della mia età». Il peso dell’acqua, come recita il titolo della biografia scritta per Mondadori: «Ci sarebbe tanto da spiegare sulla paura che racconto nel libro: sintetizzo dicendo che quel sentimento l’ho attraversato tutto. E mi trovo molto cresciuto anche in questo. Non mi pento delle scelte che ho fatto rinunciando anche un po’ alla leggerezza della mia età. La mia fidanzata Letizia torna domani dopo sei mesi di Erasmus in Spagna. Ecco, penso che anche a me sarebbe piaciuto. Però io la bellezza l’ho cercata in altre cose». Nelle trenta vasche e quella ventina di chilometri al giorno? «Anche. I 1500 stanno cambiando molto, si sono velocizzati ed escono contendenti nuovi come il tedesco Wellbrock e si confermano altri come l’ucraino Romanchuk che prima di Rio si è allenato con noi a Ostia: a Roma non è iscritto alla mia gara, forse per coprirsi, mi attaccherà a Glasgow». Intanto, Greg vira tutto attorno: «Il governo? Quasi contento che dopo la tanta attesa l’abbiano formato, anche se l’alleanza non mi convince e su temi come quello sull’immigrazione non mi trovo d’accordo. La F1? Sto per la Ferrari ma mi piacciono come temperamento anche Hamilton e Verstappen, agli sportivi serve un po’ di arroganza. La vicenda di doping che sta coinvolgendo Magnini? È uno che si è sempre battuto contro i bari. Contento per il titolo Nba ai Golden State, meritavano. La mia Juve? Mancherà un pezzo di storia senza Buffon, ma si va avanti, e il mercato per ora mi convince. Ah sì: il record del mondo dei 1500. Qualcuno lo farà presto, spero di essere io l’uomo incaricato di batterlo».