«Nessun effetto Raivival, puntiamo tutto sull’ironia. La tv delle ragazze- Gli stati generali
racconterà dopo trent’anni chi siamo state e chi sono oggi le nuove comiche». “Il futuro è già in programma” è lo slogan della presentazione dei palinsesti Rai a Milano. Ma qualcuno ironizza che in programma è anche il passato, visto il ritorno a Domenica in di Mara Venier, del revival di Portobello con Antonella Clerici e delle quattro puntate in prima serata, dall’8 novembre su Rai 3, per celebrare la trasmissione cult simbolo della satira femminile.
Una factory che lanciò talenti come Lella Costa, Francesca Reggiani, Sabina Guzzanti, Angela Finocchiaro…
Serena Dandini, che effetto le fa tornare in tv?
«Non era previsto, ma l’occasione era irresistibile: quando il direttore di Rai 3 Stefano Coletta mi ha chiamato ricordandomi che sono passati 30 anni dalla Tv delle ragazze confesso che prima mi è preso un colpo».
E poi?
«Poi sono stata felice di rincontrare Linda Brunetta e Valentina Amurri: insieme eravamo il “triumvirago”.
Ci siamo chieste se avesse un senso tornare e ci siamo dette che ce l’ha.
È sempre stato nello spirito del gruppo — che poi ha partorito Avanzi e Tunnel — sperimentare, fare laboratorio e trovare nuovi talenti. Per noi è divertente partire dalle radici della Tv delle ragazze per vedere dove siamo arrivate. Non a caso il programma s’intitolerà Gli stati generali. Vorremmo realizzare una scenografia tipo Stati generali, assembleare, prima della Rivoluzione francese. Con questo spirito cercheremo le nuove streghe, iniziamo la caccia ai talenti».
Oggi qual è il suo rapporto con la televisione?
«In televisione mi sentivo di avere fatto tanto. Mi piace lavorare solo con interlocutori che mi capiscano e mi diano libertà. Non è facile che si realizzi quest’alchimia. Coletta è da una vita a Rai 3, conosce il prodotto, è un intellettuale che ama sperimentare. Quindi avanti tutta».
Dopo trent’anni torna a fare la conduttrice.
«Ma non sarò sola, avrò una giovane conduttrice “del cambiamento” accanto. C’è il governo del cambiamento? Allora ci vuole la conduttrice del cambiamento. Io sono antica. Dagli anni in cui andava in onda La Tv delle ragazze è cambiato tutto, non c’erano i social, non c’era Instagram, non c’era Facebook».
Dove si trovano i talenti?
«Sul web, naturalmente. Anzi approfitto: invitiamo le attrici, le comiche, tutte le donne che hanno qualcosa da dire a venirla a dire da noi. È divertente l’idea di andare a vedere cos’è successo, cosa è migliorato… A volte ci sentiamo di vivere in una fantascienza distopica tipo Il racconto dell’ancella ».
Qualcuno ha già ironizzato: il futuro della tv è il ritorno al passato?
«Non sarà Raivival, lo prometto.
Naturalmente faremo vedere alcuni brani del programma di trent’anni fa, con le protagoniste che hanno fatto carriere straordinarie, da Sabina Guzzanti a Angela Finocchiaro, hanno tutte storie meravigliose da raccontarci. E poi c’è un universo di nuove comiche che stiamo esplorando sul web. È bello lavorare con le ventenni e le trentenni».
Non erano nate quando lo show andava in onda…
«Loro no, ma le loro mamme e le nonne sì. Sanno a memoria alcuni sketch, fanno impressione».
Non pensa che nell’anno del #MeToo, delle donne che denunciano, sia una responsabilità giocare con l’ironia femminile?
«E infatti non mancherà “l’angolo del maschilista”: di volta in volta ne inviteremo uno. Vorrei Elio e le storie tese, Corrado Guzzanti, che è nel mio cuore. Stiamo mettendo a punto alcuni tutorial per gli uomini che sono un po’ disorientati.
Vogliamo che imparino a distinguere le molestie dal corteggiamento: per noi è chiaro da quando nasciamo. Per loro no, vanno aiutati».
Seriamente, come vede il nuovo movimento femminista?
«È una cosa importante e molto forte nonostante le derive gossippar-salottiere che sono effetti collaterali. Oggi è in atto un cambiamento, nulla sarà più come prima ed è importante che questo movimento si espanda a tutte le categorie, che la visibilità avuta dalle attrici porti luce a tutte le donne che lavorano nei supermercati, nei call center e subiscono gli stessi ricatti».
Cosa dovrebbe pensare una ragazza che vi guarda?
«Vorrei che capisse che con l’ironia si possono combattere molte battaglie importanti e che l’autoironia ha permesso a tante donne di sopravvivere in tempi difficili».