la Repubblica, 28 giugno 2018
Horst Seehofer, l’uomo che tiene in ostaggio l’Europa tra Merkel e Salvini
La suggestione è arrivata da Axel Steier, il portavoce di Lifeline, la nave umanitaria che ieri, dopo aver cercato invano un porto europeo dove attraccare, era in attesa al largo di Malta di capire quanti Paesi fossero disposti ad accogliere i 233 profughi a bordo. All’Ansa, Steier ha dichiarato che il ministro dell’Interno, Horst Seehofer, «agisce come una versione tedesca del suo collega italiano, signor Matteo Salvini».
I due ministri dell’Interno di Germania e Italia, in effetti, hanno molto in comune. Il “celodurismo” sui migranti, come si sarebbe detto una volta, li ha resi il sostanziale epicentro di una crisi europea sui profughi, quando di profughi ne arrivano molti meno che negli anni scorsi. Se stasera un vertice Ue che doveva discutere prioritariamente di riforme dell’eurozona si occuperà anzitutto di riforma di Dublino, ricollocamenti e “movimenti secondari”, è perché Seehofer è andato allo scontro frontale con Angela Merkel e Salvini con l’Europa intera.
Il “vecchio leone” Seehofer, in realtà, è tra due fuochi. Tirato per la giacchetta dai partner di governo della Cdu e della Spd che vorrebbero scongiurare la crisi di governo, l’ex governatore della Baviera e leader della Csu è anche stretto alla sua destra. E ha deciso di giocarsi il tutto per tutto in vista di una tornata elettorale in Baviera in cui il suo partito rischia di perdere la maggioranza assoluta, perché è insidiato dai leoni più giovani del partito che lo azzannano da destra per scippargli lo scettro.Il suo successore, l’attuale governatore della Baviera Markus Soeder, è talmente radicale, sull’opposizione a Merkel, che ha annunciato di non volerla vedere neanche in cartolina, durante la difficile campagna elettorale da qui al 14 ottobre. La tentazione dello strappo con la Cdu e con Merkel è molto più evidente in figure come Soeder – storico rivale di Seehofer, peraltro – o nel capogruppo della Csu, Alexander Dobrindt. Se Seehofer accetterà di riconciliarsi per l’ennesima volta con Merkel, dovrà fare i conti anche con loro.
Ma tornando al vertice europeo, anche qui Seehofer ha solo alleati un tantino fragili, nei “ribelli” di Visegrad o in Salvini, alleati apparenti nel sovranismo dichiarato. Il rifiuto categorico dei Paesi dell’Est europeo di accogliere quote di profughi sono anche un problema per Seehofer e la Germania, che ne prende invece parecchi. E con Salvini, al di là della necessità di blindare i confini esterni o istituire hot spot in Paesi terzi, non ci sono grandi convergenze. E anzi, le divergenze non solo pesano, ma potrebbero innescare un cortocircuito in sede di negoziato tra i due ministri. Uno dei nodi più importanti da sciogliere, al summit di stasera, sarà quello dei cosiddetti “movimenti secondari”, cioè di chi arriva in Grecia o in Italia o in un altro Paese europeo di approdo e poi cerca di arrivare altrove.
Seehofer vuole che siano respinti direttamente alla frontiera. Merkel si oppone. Ma sull’insistenza per un’applicazione rigorosa dell’accordo di Dublino – che prevede che i richiedenti asilo vengano registrati nei Paesi di approdo – Seehofer è nemico di Salvini: vorrebbe rispedirgli i profughi già registrati in Italia.
La cancelliera sta cercando di trovare un accordo bilaterale o multilaterale, che coinvolga il presidente del Consiglio italiano Conte, perché quei respingimenti possano avvenire, ovviamente in cambio di qualcosa. L’Italia vuole un’intesa complessiva, che accetti di rivedere la stessa Dublino, e in ballo ci sono sicuramente soldi per il nostro Paese e per i Paesi africani o balcanici che accettassero di istituire gli hot spot. Ma forse anche la promessa che una quota di profughi il cui esame di asilo si sia concluso positivamente in Italia vengano presi dalla Germania, se esprimono il desiderio di spostarsi. I contenuti esatti dei negoziati bilaterali saranno top secret fino all’ultimo.
In ogni caso, se Merkel e Conte raggiungessero un accordo su questo nodo cruciale, la cancelliera otterrebbe sicuramente il risultato di sminare la sua crisi politica. Il minuto dopo, però, Seehofer potrebbe doversi sedersi al tavolo con Salvini e negoziare i dettagli. L’italiano su quanti profughi si riprenderebbe l’Italia e Seehofer su quanti ne accetterebbe volontariamente la Germania. Un po’ una nemesi, per i due sovranisti in capo.