Corriere della Sera, 28 giugno 2018
Alonso: «Resterò in F1 soltanto se potrò vincere»
LE CASTELLET Nel suo calendario non c’è tregua: dopo aver vinto la 24 Ore di Le Mans con la Toyota Fernando Alonso è rimontato sulla McLaren in Francia e domani lo farà di nuovo in Austria. Due volte campione del mondo (2005 e 2006), lo spagnolo è un vero stakanovista del volante ed è ancora uno dei piloti più forti e amati. Gli anni difficili a Woking – al Paul Ricard un altro ritiro – alimentano dubbi sul futuro.
Allora, meglio un Mondiale di Formula 1 o Le Mans?
«Si provano emozioni simili. La 24 Ore è molto vicina per valore a un Mondiale. È difficilissimo vincerla, può succedere di tutto. Non ce l’avevo in tasca dalla partenza. Mi sento un privilegiato ad averla corsa e a correre in Formula 1».
Ha deciso che cosa farà l’anno prossimo?
«No, prima devo capire quale sarà l’opzione migliore per il mio futuro. Se correre in altre categorie o restare in F1».
Di che cosa ha bisogno per rimanere in F1?
«Di un ambiente competitivo, devo poter lottare per la vittoria o per il podio».
La McLaren non sembra messa benissimo.
«Non capisco perché tutti pensano che la mia unica opzione sia la McLaren oppure debba per forza andare nella Indycar, esistono anche altre squadre».
Dove le piacerebbe andare?
«Al momento la mia priorità è la F1. Certo, vincere la 500 Miglia di Indianapolis resta l’obiettivo per la Tripla Corona (Gp di Montecarlo, Le Mans e Indy, un tris riuscito solo a Graham Hill ndr). Il motorsport di oggi è troppo specializzato: in passato tutti correvano ovunque per dimostrare di essere i migliori».
Ma non ha risposto. Se dipendesse da lei dove andrebbe?
«In F1 ci sono tre squadre che giocano un campionato a parte (Ferrari, Mercedes e Red Bull ndr) e fra queste diversi piloti hanno il contratto in scadenza. Seguo i loro movimenti».
Ci ha parlato con quei tre team?
«Non ancora. Non penso sia arrivato ancora il momento, ma lo faremo».
A quasi 37 anni con una macchina competitiva pensa di poter lottare per il titolo?
«Sì, con il talento e con l’impegno potrei combattere per il Mondiale. Del resto i numeri sono chiari».
Prego?
«Credo di essere l’unico ad aver sempre battuto in qualifica il mio compagno di squadra (il belga Stoffel Vandoorne ndr). Non vedo nessun altro a un livello più alto del mio qui dentro. Non mi sono mai sentito così forte e devo pensare a ottenere il massimo da questo stato di forma. Se non sarà in F1, lo farò altrove».
Due Mondiali con la Renault, altri due sfiorati con la Ferrari e poi Le Mans. Che cosa mette nell’album dei ricordi?
«Tante cose, di sicuro i due titoli: c’era un’atmosfera speciale alla Renault. Era una squadra fortissima con Flavio Briatore, con Giancarlo Fisichella, con la Michelin».
Ha messo fine al dominio di Schumacher.
«Michael è stato l’avversario più forte. Gli altri vengono tutti dopo».
Ha debuttato nel 2001 con la Minardi, un altro mondo.
«C’erano più possibilità per le squadre piccole. Era una F1 più imprevedibile. Ora si vede un trenino di macchine, in testa c’è chi ha fatto la pole. È diventato noioso».
Rimpianti?
«Tornerei al 2007, alla McLaren. Avrei dovuto capire meglio Lewis Hamilton e scegliere un approccio diverso con Ron Dennis».
Che cosa è stata per lei la Ferrari?
«Un capitolo molto importante della mia vita. Dal primo giorno entrando a Maranello ti senti parte della storia. È una sensazione impossibile da replicare altrove, sono orgoglioso di quei cinque anni».
Pronostico Mondiale: Hamilton o Vettel?
«Prima la Mercedes aveva un vantaggio netto, ma ora con la Ferrari non è più così. La situazione cambia da pista a pista in base alla capacità di adattamento dell’una o dell’altra. Si deciderà all’ultima gara».