Corriere della Sera, 28 giugno 2018
Il tesoro nascosto della Malaysia: la First Lady aveva 272 borse Hermès
I cittadini malesi la chiamavano generosamente «First Lady», perché è la moglie di quello che fino al mese scorso era il primo ministro del Paese, al governo dal 2009 nonostante l’ombra di uno scandalo di corruzione finito sui quotidiani di tutto il mondo. Ora la signora Rosmah Mansor, orfana del titolo per il clamoroso ko elettorale del marito Najib Razak, per tutti è diventata «Lady Bag», la signora delle borse. E il soprannome potrebbe anche piacerle, se solo il suo tesoro non fosse stato scoperto e requisito da chi gli dava la caccia da anni.
Nelle sei case setacciate da cima a fondo dalla finanza malese, che dal 2015 è sulle tracce dei 4 miliardi e mezzo di dollari che l’ex premier Razak avrebbe fatto sparire, di borse ne sono saltate fuori 567, nessuna delle quali comprata al mercato: 272 di quelle sono Birkin di Hermès, valgono migliaia di dollari l’una e circa 12,7 milioni messe insieme. Una collezione da far impallidire Victoria Beckham, appassionata di quel simbolo di moda e lusso (pare ne abbia 200, poco più di una principiante) che sta bene a un royal wedding ma risulta fuoriposto nella Malaysia degli stipendi medi da 9 mila dollari all’anno.
L’assortimento di borse, si rassegnerà «Lady Bag», non lo rivedrà mai più. Né riavrà il resto del gigantesco malloppo che lei e il marito nascondevano dentro valigie sparse nelle proprietà della famiglia, e che gli increduli funzionari di polizia hanno definito come «il più grande sequestro della storia della Malaysia». Perché oltre alle Birkin, gli agenti si sono portati via anche 12 mila pezzi di gioielleria tra anelli e collane, 423 orologi, 2.800 paia di orecchini, 1.600 spille e 14 tiare, oltre a svariati sacchi pieni di ringgit, la moneta di Kuala Lumpur. «Per catalogare tutto – ha raccontato stremato il capo col turbante – ci abbiamo messo tre giorni interi, con sei macchine conta-soldi. Eravamo in 22». E non è il dato più incredibile: rivenduto oggi, il tesoro nascosto che l’ex primo ministro aveva reinvestito sul collo e sulle braccia della moglie varrebbe 273 milioni di dollari, più o meno quanto chiederebbe Trump per tutti e 58 i piani della sua torre a Manhattan.
Per il disturbo da accumulo della sua signora, per il proprio benessere e (si sospetta) per liberare i materassi da tutto il denaro sottratto dal fondo d’investimento statale 1MDB – secondo gli investigatori del Dipartimento di giustizia americano – il 64enne al governo per nove anni non aveva badato a spese. A Rosmah aveva regalato un diamante da 1,6 milioni, che pendeva da una collana in oro. Per sé, si era accontentato di un Rolex da 870 mila dollari, il pezzo forte dei 423 rinvenuti.
«Si sono presi anche le scarpe di mio nipote», ha protestato il decaduto «sultano» malese nella sua prima intervista dalla sconfitta elettorale di maggio. Con le sue ai piedi, Najib non andrà lontano: da quando è stato battuto dal suo ex mentore 92enne Mahathir, le indagini hanno fatto in un mese più strada che negli ultimi tre anni. Lui e la moglie ora non possono lasciare il Paese e presto saranno sentiti (di nuovo) dalle autorità, che li hanno seguiti in borghese anche in vacanza sul resort di Langkawi. Il tesoro dei pirati sta sempre su un’isola.