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 2018  giugno 28 Giovedì calendario

Lascia il giudice Anthony Kennedy, la Corte Suprema Usa svolterà a destra

WASHINGTON Con una lettera di sette righe indirizzata a Donald Trump il giudice Anthony Kennedy mette fine a 31 anni di servizio nella Corte Suprema degli Stati Uniti. Kennedy, 81 anni, lascerà il prossimo 31 luglio. Il suo ritiro era atteso da molti mesi, ma la comunicazione ufficiale di ieri ha comunque scosso la cittadella politica di Washington. Come si è visto martedì 26 giugno, con la sentenza sul «Muslim Ban», il ruolo della Corte Suprema può diventare fondamentale in una fase di conflitto permanente, anche sul piano giuridico.
Il presidente e il partito repubblicano hanno ora la possibilità di spostare gli equilibri del collegio verso posizioni ancora più conservatrici. La Corte suprema è formata da nove togati. Quattro sono stati scelti da presidenti repubblicani: Neil Gorsuch, Clarence Thomas, John Roberts e Samuel Alito. Quattro da democratici: Ruth Bader Ginsburg, Stephen Breyer, Elena Kagan e Sonia Sotomayor.
Kennedy è stato finora il decano e in molti casi il peso decisivo tra i due schieramenti. Fu designato da Ronald Reagan. Nato a Sacramento, in California, cresciuto in una famiglia cattolica irlandese, studi alla Harvard Law School, ha cominciato il suo percorso come professore universitario di diritto. In quel periodo diventò consigliere di Reagan, all’epoca governatore del Golden State. E fu proprio l’ex attore a suggerire a Gerald Ford di nominarlo giudice nella Corte di Appello del Nono Distretto, con competenza su un largo territorio nel West. Quando Reagan arrivò alla Casa Bianca, indicò Kennedy per l’Alta corte.
Giurista rispettato, corteggiato e temuto da una parte e dall’altra. Da conservatore ha contribuito con il suo voto decisivo all’approvazione di sentenze fondamentali sulla libertà di scelta in materia di aborto e sui diritti degli omosessuali. Nel 2015 scrive il dispositivo nella causa cardine che autorizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso su tutto il territorio nazionale. Sull’altro versante, il suo parere è risultato ugualmente cruciale: nel 2008, per esempio, difese l’intangibilità del Secondo emendamento della Costituzione che consente ai cittadini di possedere e portare con sé le armi.
Tra i suoi collaboratori c’è stato anche l’ultimo arrivato alla Corte, il giudice Neil Gorsuch, designato nell’aprile del 2017 da Donald Trump. La ratifica di quella nomina da parte del Senato arrivò alla fine di una battaglia politica e parlamentare cominciata nel febbraio 2016, con la morte del giudice iperconservatore Antonin Scalia. I repubblicani prima bloccarono il candidato di Barack Obama, Merrick Garland, ricorrendo all’ostruzionismo. Poi, una volta conquistata la maggioranza del Congresso, cambiarono le regole procedurali per contenere il «filibustering». A Washington, ora, si attende uno scontro ancora più aspro.