La Stampa, 27 giugno 2018
Un mondo consolante
A Siena il Pci eleggeva il sindaco sempre con più del 40 per cento dei voti e arrivò al 48. Il Pds scese al 35, i Ds al 29, il Pd al 25 e ora è al 18. Non è un tracollo, è un infinito declino. È stato saggiamente ricordato che cosa era quel Pci, e che cosa la sinistra non è più. Il partito (all’incirca come la Dc nelle regioni bianche) ti trovava il posto di lavoro, la casa, la banca da cui ricevere il mutuo, ti suggeriva che cosa leggere, che cosa pensare, che cosa dire. E alla fine ti garantiva la pensione. Una pacchia (finita): da una parte arrivavano i soldi degli americani, dall’altra quelli dei russi. Non è che gli italiani fossero tanto liberi, ma nemmeno gli importava. Era consolante avere la vita indirizzata e soprattutto assicurata. Gli italiani sono così almeno dal ventennio fascista. Pensano che spetti alla politica, ed esclusivamente alla politica, provvedere a salario e futuro, e sul resto pazienza. Per dire: il Monte dei Paschi, che a Siena era più potente del Comune, finanziava anche il cambio delle insegne dei negozi, per dare una mano e mettere becco. La banca non elargisce più, il partito non elargisce più, ed è così un po’ ovunque. Non è che manchino le idee, di quelle non ce ne sono mai state molte: mancano i soldi. E in più ci sono gli immigrati a rovinare il panorama e la rivoluzione digitale a moltiplicare i disoccupati. Così arriva chi promette di rispedire gli intrusi da dove sono venuti e chi promette il reddito di cittadinanza e di nuovo, non sarebbe un mondo più libero ma un mondo più consolante. A parte il problema che senza soldi consoli per il tempo di un fischio.