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Negli uffici di Shenzhen che ospitano 1More, la startup specializzata in auricolari, d’improvviso si ha una sorpresa: una parete con gli album di Gianni Morandi, Giorgia, Andrea Bocelli, ed Eros Ramazzotti. Il meglio del pop nazionale. Sono gli artisti con cui ha collaborato Luca Bignardi, bolognese, unico fonico italiano ad aver incassato un Grammy, tre Latin Grammy e una nomination come “ miglior ingegnere del suono” per Entre Tú Y Mil Mares,versione spagnola di Tra te e il mare di Laura Pausini. Birkenstock e calzini neri ai piedi, Big Luca, come si fa chiamare sui social, qui è di casa. Ha una stanza progettata ad hoc, dove registra, compone, crea. Una carriera iniziata nel 1979, negli studi della Fonoprint, a Bologna. « Da lì sono passati Guccini, Vasco, Zucchero, Dalla, i Pooh: avevo talento, però sono stato anche fortunato. Quattro anni fa il trasferimento in Cina, per amore: pensavo di aprire uno studio e far cantare gli appassionati, qui i karaoke sono sempre pieni. La musica italiana non la conoscono, l’unica eccezione è Bocelli. Se la faccio ascoltare, piace. Pausini in testa». Ma il suo curriculum ha attirato l’attenzione di questa piccola azienda che mette a punto auricolari per Xiaomi, quarto produttore di smartphone al mondo, e che ambisce a confezionare prodotti di alta qualità a prezzi popolari. Un sodalizio che ha già portato Bignardi al primo traguardo: quelli che The Verge, sito punto di riferimento nel mondo hi- tech, ha definito «le migliori cuffie che si possono comprare a 99 dollari». Il segreto? «Semplicemente le mie orecchie».
Che cosa le rende speciali?
«Una buona memoria sonora: in parte innata, in parte acquistata in quarant’anni di esperienza. Riesco immediatamente a valutare ciò che ascolto e capire cosa bisogna cambiare. Certo, utilizzo anche degli strumenti per analizzare quel che sento. Ma a monte rimane sempre l’orecchio che, nonostante i miei 57 anni, non ha ancora tradito».
Qual è l’impronta che un fonico dà a un album?
«Indirizza il suono e influenza il prodotto finale in base ai suoi gusti. Un po’ come fa un fotografo con l’immagine. La musica è cantata e suonata da altri, però le attrezzature che scegliamo per catturare l’audio e il modo in cui lo facciamo sono molti importanti. Non è solo un lavoro tecnico, c’è una componente creativa da non sottovalutare. Un ruolo lo gioca anche il rapporto con l’artista: una persona semplice sa cosa vuole e, allo stesso tempo, lascia ampia libertà di movimento. Di solito, i più grandi sono così».
Dalla Fonoprint a 1More: com’è stato il passaggio?
«Ho dovuto ricominciare da zero, ma la sfida mi ha dato nuova vita. La prima collaborazione per via di Voice of China, la versione cinese del talent show internazionale The Voice. Quando ho conosciuto Gary Hsieh, il fondatore della startup, mi ha detto: “ Voglio un prodotto di ottimo livello, ma per la massa”. Ho risposto: “ Vabbè, vediamo”. Ero scettico, solo dopo ho capito che si stratta di un connubio possibile: basta non far pagare il marchio, senza rinunciare ai materiali di alta qualità. Abbiamo lavorato tanto, anche se non abbiamo ancora ottenuto i risultati che vorrei. L’obiettivo è competere con aziende del calibro di Sennheiser, la fascia alta per il grande pubblico».
La “scienza” dietro le cuffie perfette?
«A mio avviso, non esiste il trasduttore elettroacustico inappuntabile e bisogna limitarsi a lavorare sui difetti. È importante trovare un equilibrio tra le varie frequenze, nonché evitare picchi e affossamenti nelle frequenze alte. Ora la sfida è creare delle cuffie che suonino per tutti allo stesso modo: oggi ci sono delle piccole variazioni tra un prodotto e l’altro. Ma si possono evitare con la tecnologia Bluetooth e spero che saremo i primi a farlo. Ci sono, poi, una serie di tendenze che dobbiamo considerare».
Cioè?
«Collegare una cuffia a un amplificatore hi-fi è elettricamente diverso dal connetterla a uno smartphone. Inoltre, oggi la musica si sente sempre più in streaming. Infine, bisogna valutare la differenza tra auricolari, con cui l’ascolto coinvolge solo il canale uditivo, cuffie che si poggiano sulle orecchie e quelle che le avvolgono completamente, riducendo quasi del tutto il rumore esterno».