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 2018  giugno 27 Mercoledì calendario

Un panino da 180 dollari, lo street food è da collezione

L’ultimo tam tam sui siti più letti dai foodie riguarda il Wagyu Beef Sandwich, il panino con il pregiato manzo giapponese venduto da Don Wagyu, locale fresco di apertura in South William Street a Manhattan. Forse perché è a pochi passi dalla Borsa, non desta sorpresa che costi 180 dollari.
Un panino di pura qualità, spiega lo chef Samuel Clonts: contiene un etto e mezzo di manzo A5 Ozaki Wagyu, allevato in una piccola fattoria del Sol Levante, panato nel panko, passato in friggitrice per due minuti e mezzo, poi fatto riposare per riassorbire i succhi che un po’ si disperdono in cottura. Il locale, in stile old japanese, con pannelli in noce e lanterne di carta, è l’unico della città a servire solo wagyu beef sandwich e nel menu ne ha tre. Gli altri due sono meno costosi: quello con Miyazaky Wagyu costa “solo” 80 dollari, quello di Washugyu, un bovino ibrido nippo-americano, 28. Da gustare al bancone sulle poltroncine di pelle rossa o da portar via.
Ma nella Grande Mela i cibi nati poveri in versione lusso non sono una novità. Tra gli esempi più famosi c’è la pizza 24K che si può mangiare per duemila dollari da Industry Kitchen. In realtà di un ristorante con un menu normale e prezzi non eccessivi (una Diablo Pizza o una Bacon Sweet Potato, per esempio, costano 18 e 20 dollari), ma la versione da record è il suo fiore all’occhiello. A guarnirla formaggio Stilton, fegato grasso, tartufo nero francese, caviale Osetra e fiocchi di oro commestibile mischiati a petali di fiori. Si sforna previa prenotazione con 48 ore di anticipo.
Anche per il gelato più caro servono due giorni di preavviso: è il Golden Opulence Sundae, in listino a mille dollari al Serendipity 3 di New York. A motivare il prezzo sono gli ingredienti pregiati e rari: gelato alla vaniglia Tahiti con infuso di vaniglia del Madagascar, scaglie d’oro 24 carati, guarnito con sciroppo di cioccolato Porcelana Amadei e trucioli di cioccolato Chuao del Venezuela. Non certo un ice cream da leccare con leggerezza per strada.
Perde la sua valenza di street food economico anche l’hot dog di Tokyo Dog, a Seattle. Da ordinare con due settimane di anticipo, il Juuni Ban costa 169 dollari e contiene formaggio affumicato fuso su pan brioche con fette di manzo teriyaki, cipolle gratinate, funghi maitake, foie gras, tartufo nero, caviale e maionese giapponese. Dall’hot dog al burger il passo è breve, ma nella città del gioco d’azzardo il prezzo è simbolico: 777 dollari da Burger Brasserie a Las Vegas, dove il triplo 7 ricorda la combinazione di numeri fortunata di Sin City. Il Wannabe è fatto con manzo di Kobe e aragosta del Maine condita con prosciutto, cipolla dolce caramellata, brie tripla panna francese e un filo d’aceto balsamico invecchiato cent’anni, in un panino appena sfornato con crosta al parmigiano stagionato. A dire il vero, con una bottiglia di Dom Perignon Rosé (inclusa).
Sorsi cari ma piacevoli, insomma, come quelli del caffè più caro del mondo, 85 dollari a tazzina. Il Black Ivory si trova solo online e in poche caffetterie. Lo descrivono profumato di note di cacao, spezie, sentori di tabacco e cuoio, retrogusto che ricorda la ciliegia sciroppata, non amaro, delicato. Il suo segreto? È nello stomaco degli elefanti thailandesi del villaggio rurale di Ban Taklang, nel Surin.
Perché i chicchi di varietà Thai Arabica, provenienti da coltivazioni a 1.500 metri d’altitudine, sono dati in pasto agli elefanti, poi raccolti dai loro escrementi, infine lavati e torrefatti. Se siete tradizionalisti, meglio una bella fetta di panettone. Tra i più cari del mondo quello di Dario Hartvig, della Pasticceria del Borgo a Carmagnola, Torino. Costa 800 euro, un chilo frutto di lenta lievitazione, canditi e uvetta pregiati, interamente ricoperto da sfoglia d’oro alimentare e decorazione di cristalli.