il Giornale, 27 giugno 2018
Quant’è brava Giorgia Rossi, la sorpresa dei Mondiali
Se ci fosse la coppa per il mondiale delle televisioni, Mediaset dovrebbe farla alzare a lei. Perché è entrata in punta di piedi nelle case degli italiani diventando la nuova regina del pallone. Anche ironica: «Certo, mi sento la corona in testa...». Lei è Giorgia Rossi. Dice che ha «vinto il mondiale perché ho l’onore di presentarlo, ma il merito è della squadra. Ho realizzato un sogno, è un evento pazzesco». Ha sorpreso per le armi che ha messo in campo: competenza e discrezione. Non un commento sopra le righe «perché ho la responsabilità di un pubblico eterogeneo». Puntuale nei giudizi tecnici, al tal punto che quelli che di mestiere fanno le pulci dicono: «Non sbaglia neppure la pronuncia dei giocatori russi». Non potrebbe essere altrimenti per una «cresciuta a pane e calcio. Per il Mondiale ho passato giorni a studiare squadre e tattica».
La sobrietà è una scelta precisa. Nessun centimetro di pelle mostrato in eccesso. Ma ospite a Balalaika si è comunque presa la scena, nonostante l’ostentata bellezza di Belen. È onesta: «L’aspetto estetico conta. Ma non ci punto, resta un contorno. Io voglio raccontare calcio. Il Mondiale deve essere protagonista, non io». Una passione che nasce da lontano, da bambina allo stadio Olimpico e poi a commentare a casa per imparare diagonali e sovrapposizioni: «Papà e nonno sono stati l’input. Poi il resto l’ha fatto la mia indole di maschiaccio. Anche se non sembro...». In effetti difficile pensarlo a guardarla, però lei precisa: «Io non giocherei mai a calcio, preferisco commentare il pallone al maschile. Vorrei essere un uomo per cogliere certi aspetti, per immedesimarmi». Però è una donna e sa parlare di calcio. Non la tocca il fatto che ancora oggi ci si stupisca. «A me fanno solo un complimento se mi dicono che mi intendo di pallone», si schermisce. Una vita orientata sul calcio: un fidanzato collega (Alessio Conti, inviato in Russia). Chi ne capisce di più? «Diciamo che vivendo insieme è meglio dire uno a uno e palla al centro. Anche se ad entrambi piace vincere sempre».
Trentuno anni, la maggior parte vissuti a correre dietro a un pallone. Quando le si ricorda una vaga somiglianza con Diletta Leotta, non esita: «La stimo, ma io sono io». Giorgia è per le donne nel pallone: «Ce ne sono tante di brave e preparate. Ilaria D’Amico, Monica Vanali, Cristiana Buonamano... Io guardo e imparo da tutte». Il successo Mondiale non le ha tolto la voglia di non prendersi troppo sul serio: «Mi ricordo di una gaffe: era il 2 novembre e annuncio ai telespettatori che possono commentare sullo smort-phone... Indimenticabile». Come le interviste a Francesco Totti: «Sono il mio grande orgoglio». Ma adesso c’è la coppa del mondo, difende il Var citando episodi dimenticati del passato. La conferma che ne sa. Saluta con una battuta sulla carriera: Sky, Raisport e adesso Mediaset. In futuro c’è ancora e solo il pallone? «Con il Mondiale non mi sento arrivata. Piuttosto fortunata. Per il resto chi vivrà, vedrà».