Il Messaggero, 27 giugno 2018
Dodici donne senza capelli
«Ho sempre amato i miei capelli lunghissimi ed è la prima volta che li taglio. Un giorno mamma e papa mi hanno fatto vedere un video in cui una bambina di 3 anni tagliava i suoi capelli e quelli della sua bambola per donarli a chi sta lottando contro un male molto brutto e quindi mi sono convinta a fare anch’io questo piccolo ma grande gesto, sperando che possa regalare un sorriso a chi in questo momento sta soffrendo». Dice proprio tutto la lettera che Annastella, 10 anni, ha inviato insieme alla sua lunga treccia di capelli all’associazione Un Angelo per Capello (www.unangelopercapello.it) che aiuta i malati di cancro ad avere una parrucca con cui coprire uno degli effetti delle terapie anti-cancro. La piccola eroina, di Pescina in provincia de L’Aquila, ha legato la sua treccia con gli stessi nastri utilizzati per le bomboniere della sua prima comunione. In uno dei giorni più significativi della giovane vita ha scelto di donare un pezzetto di sé per far stare meglio gli altri. Annastella oggi sfoggia un bel caschetto corto e non mostra alcun rimorso. «Sono felice di averlo fatto», ribadisce nella sua lettera. Mentre sua mamma aggiunge: «Annastella mi ha confessato di volerli far ricrescere per donarli un’altra volta». Anche se questo significa non poter più imitare la bella coda del suo idolo, Ariana Grande.
NESSUN RIMORSOHa scelto di donare la sua lunga chioma anche Lucrezia, 15 anni, di Guidonia. «Lo ha fatto un paio di settimane fa, dopo averlo visto fare a una sua amica», racconta la mamma. Un gesto generoso, specialmente per un adolescente. Ma anche Lucrezia non ha alcun rimorso. Tante che, come la piccola Annastella, ammette di volerlo rifare non appena le ricresceranno i capelli. La scelta di Lucrezia sembra aver contagiato anche un’altra sua coetanea. «L’altro giorno, la mamma di una sua amica – riferisce la mamma – mi ha chiamato per chiedermi delle informazioni su come Lucrezia ha fatto per donare i suoi capelli perché anche sua figlia vorrebbe fare la stessa cosa».
È evidente che l’iniziativa messa in piedi da Un Angelo per Capello ha messo in moto un catena virtuosa di donazioni. Che gli stessi volontari dell’associazione fanno fatica a crederci. Perché quando tutto è iniziato, precisamente nel 2014, il loro era solo un progetto che voleva aiutare le donne malate di tumore di Santeramo in Colle, un comune in provincia di Bari. Oggi, invece, Un Angelo per Capello è in grado di aiutare le donne di qualsiasi parte d’Italia. Grazie al passaparola sono tante le richieste d’aiuto. E sono tante anche le donazioni, nell’ordine delle migliaia. Nella sede dell’associazione pugliese arrivano ogni giorno buste con trecce lunghe almeno 25 centimetri di capelli pronte da barattare con una fabbrica di parrucche. È così infatti che funziona: capelli veri in cambio di parrucche sintetiche. Le richieste vengono presto soddisfatte, circa 3 al mese.
LA MALATTIAMarcella Ruscio è una delle tante donne che, grazie a questo sistema, ha ricevuto una parrucca in cambio di una piccola donazione volontaria. «La parrucca è arrivata dopo meno di un mese dalla mia richiesta», racconta la donna. «È stato tutto veloce e semplice. Mi hanno chiesto come la desideravo e come portavo i capelli prima di perderli. E poi è arrivata – dice – ed ero felicissima. È come se mi avessero regalato una parvenza di normalità in un momento difficilissimo per la mia vita e quella dei miei figli». Era dallo scorso gennaio che Marcella non trovava un po’ di pace, cioè da quando le hanno diagnosticato un tumore al colon con metastasi al fegato e ai polmoni. «Gli interventi e la chemioterapia racconta – mi hanno messo a dura prova, poi la morte di mio marito nel mese di maggio mi ha distrutta». Ma quella bella parrucca bionda è riuscita in qualche modo a farla sentire un po’ meglio. Guardarsi allo specchio ha iniziato a farle meno male.
TROPPO COSTOSA«Può sembrare assurdo ma avere di nuovo i capelli, anche se finti, mi ha fatto sentire più me stessa», ammette. «Sarà che prima della malattia ero una parrucchiera o sarà per il semplice fatto di essere donna, perdere i capelli è stato un trauma», aggiunge. Acquistare una parrucca di tasca propria era da escludere. «Troppo costosa e con quello che io e i miei due figli stavamo attraversando non potevamo di certo spendere 800 o 1000 euro per una parrucca», dice Marcella. «Poi la fidanzata di mio figlio – continua – mi ha parlato dell’associazione Un Angelo per Capello e passate poche settimane è arrivata». Purtroppo, nonostante le terapie, la donna non ha sconfitto il cancro. «Se un giorno ci riuscirò, prometto di farmi ricrescere i capelli e donarli a mia volta», dice. «Mi piacerebbe tanto poter ricambiare la stessa generosità ricevuta», conclude. La stessa di una bambina, Annastella, e quella di una 15enne, Lucrezia.