Corriere della Sera, 26 giugno 2018
Sesso con l’alunno di 13 anni, la professoressa in lacrime: «Ero innamorata, solo ora mi rendo conto dell’errore»
Capelli corti, jeans e maglietta, scarpe da tennis bianche. Sono le 12.20 quando la professoressa di lettere arrestata (è ai domiciliari) per atti sessuali con un suo alunno di terza media lascia il tribunale. Ha parlato per poco tempo, ma nell’interrogatorio di garanzia ha messo tutta la sua storia.
Davanti al gip Marina Cavalleri ha raccontato il momento personale difficile che sta vivendo. La separazione, tra l’altro. Per questo motivo, si è giustificata, ha perso il controllo e ha permesso che le simpatie reciproche tra lei e lo studente si trasformassero in una storia. Di sesso, ha ammesso, anche perché è accertato dalle indagini tramite appostamenti e intercettazioni, ma anche di sentimenti. Si scrivevano messaggi da fidanzatini. «Amore», si chiamavano. Lui ora ha 14 anni ma la storia è iniziata quando ne aveva ancora 13. Si è innamorata, ha confessato l’insegnante. Lo era anche lui, ha detto lei. In un sms gli aveva scritto che voleva presentarsi ai suoi genitori come la sua fidanzata. Lo conosceva bene, fin dalla prima media. «Ho sbagliato», ha riconosciuto. Ma ha anche aggiunto di essersene resa conto solo dopo che è scoppiata la bufera.
E questo dettaglio conferma il pericolo ravvisato dal gip, cioè che senza misura cautelare gli incontri sarebbero proseguiti anche dopo la fine dell’anno scolastico e gli esami di terza media che lo studente stava affrontando: «Assenza di freni inibitori», si legge nell’ordinanza. Dopo una segnalazione in Procura, veloci sono state le indagini, veloce è stato il pm Davide Palmieri a chiedere gli arresti domiciliari e altrettanto il giudice a firmarli.
Martedì scorso l’ordinanza è stata eseguita. Da allora la professoressa è rimasta blindata in casa. Non ha potuto essere presente agli esami orali di terza media, agli scritti lo era stata, anche del suo studente: l’ufficio scolastico provinciale l’ha sospesa non appena ha ricevuto la comunicazione dalla Procura, quasi in tempo reale, nominando un supplente.
Dopo l’interrogatorio in cui l’insegnante ha ammesso i fatti, l’avvocato Roberto Giannì ha chiesto la revoca dei domiciliari. In subordine, è la sua istanza, basterebbe un divieto di avvicinamento allo studente. Il pm ha dato parere favorevole.
Professoressa, donna con un matrimonio andato male, mamma di due figli piccoli. Ora deve essersi resa conto che in lei c’è stato un cortocircuito. È disposta a seguire un percorso psicologico per capire che cosa (le) sia accaduto. Anche perché allo stato, pur ammettendo il proprio errore, ha aggiunto di aver detto più volte al ragazzo che era sbagliato vedersi senza però riuscire a dire no per prima. Secondo il codice penale è lei che avrebbe dovuto fermarsi. Gli atti sessuali sono puniti se compiuti con minori sotto i 14 anni, sotto i 16 se l’adulto è un parente o un educatore. Non serve che ci sia stata costrizione, è reato anche se il minore è consenziente. È la sua età a fare la differenza.