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 2018  giugno 26 Martedì calendario

In galera per droga. Tossicodipendente un carcerato su 4

Sfiorano il raddoppio le segnalazioni per consumo di sostanze stupefacenti, quadruplicano i minori sanzionati. In otto casi su dieci per derivati dalla cannabis. Nella nona edizione del Libro bianco sulle droghe, presentato questa mattina a Roma e prodotto di un lavoro collettivo di diverse associazioni tra cui Luca Coscioni, Antigone e Gruppo Abele, i numeri raccontano come il consumo di droghe, soprattutto tra i più giovani, è in costante aumento. 
Dal 1990 sono state segnalate per possesso di sostanze stupefacenti a uso personale 1.214.180 persone, di queste 884.044 per derivati della cannabis. Su 38.613 segnalati al Prefetto per consumo di sostanze illecite nel 2017 – erano 27.718 nel 2015 – nell’80% dei casi si tratta di consumatori di cannabinoidi, a seguire di cocaina (14%) ed eroina (5%) e, con percentuali minime e frammentate, altre sostanze. Cresce anche il numero delle sanzioni – dalle 13.509 del 2015 alle 15.581 del 2017 – ma resta irrilevante la vocazione terapeutica della sanzione amministrativa: solo 86 persone sono state sollecitate a seguire un programma di trattamento socio sanitario. 
Classifiche e record
L’Italia è il terzo Paese in Europa dove si consuma più cannabis: si stima che il 33,1% della popolazione l’abbia usata almeno una volta nel corso della vita, una percentuale inferiore solo a Francia (41,4%) e Danimarca (38,4%).Se si considera la sola fascia d’età dai 15 ai 34 anni, l’Italia è al secondo posto: si stima che il 20,7% ne abbia fatto uso nei dodici mesi precedenti all’ultima indagine condotta in merito, nel 2017, contro il 21,5% della Francia. Secondo l’ultimo rapporto europeo pubblicato, l’Italia è il quarto paese per uso di cocaina tra quelli dell’Unione Europea, con il 6,8% delle persone con età compresa tra i 15 e i 34 anni che ne ha fatto uso almeno una volta, preceduta da Regno Unito, Spagna e Irlanda.
Un quarto della popolazione detenuta – 14.706 su 57.608 persone – è tossicodipendente. Un aumento registrato dal Libro bianco dopo il picco nel 2007 con l’applicazione della legge Fini-Giovanardi (era al 27% ) poi riassorbito a seguito di una serie di interventi legislativi. È record anche degli ingressi in carcere di persone con uso problematico di sostanze, che arriva al 34%. Su 48.144 ingressi, 14.139 sono stati causati da imputazioni per detenzione ai fini di spaccio, cioè per l’articolo 73 del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti. Altri 4.981 in associazione con l’articolo 74, cioè finalizzata al traffico illecito, 976 esclusivamente per l’articolo 74. Aumentano cioè i possessori – con un più 8% – mentre restano stabili i dati relativi ai consorzi criminali. Come indicato dalle simulazioni, in assenza di detenuti per la violazione dell’articolo 73 non ci sarebbe il problema del sovraffollamento carcerario. Se poi si analizzano i numeri delle misure alternative dedicate, sul totale dei detenuti tossicodipendenti solo 3.146 sono ammessi all’affidamento in prova speciale per alcool e tossicodipendenza.
Nessuna politica di riduzione 
Nei dati ufficiali raccolti sono del tutto assenti le cosiddette politiche di riduzione del danno, come stanze del consumo e servizi di consulenza per un uso più sicuro, che invece rappresentano uno dei pilastri delle politiche pubbliche europee. Dal 2009 al 2013 il dipartimento Antidroga ha finanziato ricerche in campo farmacologico e neurobiologico per più di un milione e mezzo di euro, ma, denunciano le associazioni, «Nessuna ricerca psicosociale risulta essere stata portata avanti dallo stesso dipartimento, impedendo di studiare nuove politiche capaci di affrontare i nuovi modelli di consumo, sempre più graduati e complessi». «Le comunità terapeutiche sono rimaste le stesse, nei decenni. Parlare di uso consapevole resta un’eresia. Nel Regno Unito, per esempio, nelle scuole si spiega quali sono le sostanze, quali sono gli effetti delle dosi e delle combinazioni. Ai nostri ragazzi non si parla mai di droghe, la volontà di informare è lasciata ad alcune associazioni», denuncia Marco Perduca, membro dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore di legalizziamo.it. «C’è una legge che impone di organizzare una conferenza nazionale sull’uso delle droghe ogni tre anni, ma l’ultima è stata convocata nel 2009». «Per questo chiediamo un sottosegretario con delega “alle droghe”, che possa concentrarsi su un tema così complesso»conclude Perduca.