Corriere della Sera, 25 giugno 2018
Kane assomiglia a Batistuta, Hazard il miglior numero 10
Dopo le prime 32 partite si sono segnati meno gol del Mondiale scorso, la media attuale è 2,6 contro 2,9. Non significa molto, sono medie che si rimettono a posto con due partite fertili. Semmai è interessante notare che sono scomparsi gli zero a zero (nel 2014 erano stati 3, cioè il dieci per cento delle partite) e che alcuni attaccanti sono già molto avanti nella classifica marcatori. Con i 5 gol attuali di Kane, nel 2006 in Germania Klose vinse il suo titolo. Con 6 reti hanno vinto la loro classifica Stoichkov nel ’94, Rossi nell’82, Kempes nel ’78, Lineker nel ’86. Baggio è arrivato a 9 reti in tre Mondiali. Il record è di Klose, 16 gol in tre edizioni, seguiti dai 15 di Ronaldo (il brasiliano) che quando vinse ne segnò 8. Insomma siamo già avanti con Kane, ma certamente anche con Cristiano Ronaldo, Lukaku, il russo Cheryshev, Hazard e Coutinho. Oggi l’attaccante di più interesse mi sembra Kane, assomiglia un po’ a Batistuta per forza fisica e generosità, ha un soffio di potenza in meno, anche nel tiro, ma è a suo agio in una squadra un po’ acerba, confusionaria, che costruisce molto, offre continue situazioni. Kane è quello che nel trambusto giovanile riporta l’ordine naturale del calcio, una botta esatta e via. Lukaku è migliorato molto, è ormai imprevedibile, ma tutto il Belgio è cresciuto. Sia loro che l’Inghilterra andranno visti in partite difficili, sono squadre forse non pronte a gestirle, ma hanno un talento purissimo. Hazard è forse il miglior numero dieci del torneo, ci è entrato da irrealizzato, può uscirne da fuoriclasse. La mia impressione è che questo sia il Mondiale dei grandi attaccanti, che si sia come condannati a un ritorno all’essenza perché di calcio non ne è rimasto molto. Si gioca maluccio, lentamente, se hai il grande attaccante vieni trascinato avanti quasi tuo malgrado, altrimenti la vita è una moneta in aria. Suarez e Cavani trasformerebbero almeno dieci formazioni inutili in squadre competitive. In un calcio globalizzato, la differenza del grande attaccante diventa risultato.