Il Messaggero, 25 giugno 2018
Makinarium, così i mondi fantastici prendono vita a Roma
L’enorme zampa di drago dà il benvenuto all’ingresso di Makinarium, la factory delle meraviglie (e degli orrori) che unisce i migliori artisti grafici e digitali, ingegneri, truccatori, scultori, pittori e architetti all’interno degli studi di Cinecittà.
L’UNIONE
È nata nel 2015 dall’unione di Nicola Sganga, Leonardo Cruciano e Angelo Poggi, che avevano fatto una cordata per realizzare il pluripremiato Racconto dei racconti (Tale of Tales) di Matteo Garrone: «Il regista ci commissionò un drago reale e uno digitale. Il primo doveva interagire con gli attori, l’altro dimenarsi, fare fiamme e volare. Abbiamo studiato le movenze di dinosauri e pipistrelli, fatto sculture e scansioni per ottenere il modello da stampare in 3D. È stato un lavoro di squadra, che includeva vari reparti, e da allora non ci siamo più separati. Siamo gli unici a fare effetti speciali e visivi insieme, crediamo fermamente nell’integrazione di competenze artigianali e digitali, che non sono opposte o discordanti. Qui da noi si può fare tutto e bene, in più le produzioni risparmiano» racconta Sganga, che già aveva vinto due David di Donatello per Il Divo: «Non sempre l’effetto è una creatura fantastica. A volte l’effetto c’è ma lo spettatore non lo vede. Per il film Angeli e Demoni abbiamo ricostruito il colonnato di San Pietro. In Il Divo, ad esempio, abbiamo contribuito per quaranta minuti: Andreotti passeggiava di notte per via del Corso e al computer abbiamo aggiunto le scritte sui muri, tolto le insegne troppo moderne, e abbiamo simulato la Russia innevando il Monte Rosa». Sono tornati a collaborare con Sorrentino in Loro: «Paolo sul set è severo e geniale. Ha un occhio da cecchino, non gli sfugge un dettaglio. La nostra creazione per lui è stata la capra che entra in villa, osserva Mike Bongiorno in tv e stramazza per l’aria condizionata». All’estero li considerano un’eccellenza.
Hanno realizzato il personaggio-chiave del reboot di Tomb Raider e l’opera è finita nel libro The Art and Making of the Film : «Per fare la principessa Himiko abbiamo studiato le mummie del Gobi e di Palermo, modellato il volto di una bella donna giapponese come fosse viva e le abbiamo asciugato la pelle. Con tutti i suoi gioielli e accessori, l’abbiamo trasferita sul set in Sudafrica» spiega Cruciano, maestro di effetti speciali. I trasporti di mummie, mostri e arti smembrati hanno sempre la bolla di accompagnamento, perché, se li ferma la polizia, devono poter dimostrare di non essere dei serial killer. Sono maghi dell’iperrealismo. Hanno realizzato le teste mozzate alla sfilata di Gucci, di cui la stampa mondiale ha parlato, e il dito medio di Cattelan sul tappeto rosso del MET, così come gli effetti in Maria Maddalena con Joaquin Phoenix e Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott. Makinarium firma anche la serie di Niccolò Ammaniti Il Miracolo.
IL PIANTO
La Madonna l’ha disegnata e scolpita a mano Cruciano: «Complicato farla perché doveva piangere a comando e a distanza, senza che il meccanismo si inceppasse. Nel covo di Molocco abbiamo usato oltre 500 litri di sangue, di sei colori diversi, evitando che i presenti si sporcassero». Per Wonderwell l’ultimo film girato da Carrie Fisher, hanno ideato creature e piante carnivore. Per l’horror-comedy Tafanos (in anteprima il 3 luglio a Roma, Isola Tiberina, e il 4 alle 21 su Sky Cinema Max) si sono occupati dello sciame di voraci tafani. Accettano sfide che altri declinano, tipo le bighe del remake di Ben Hur: i competitor si sono ritirati dalla gara, loro hanno studiato per farle uguali a secoli fa, con un tocco di creatività per stupire.
IL MUSEO
Inoltre, da tre anni lavorano alle diciotto installazioni del Museo M9, centro multimediale del Novecento che aprirà a dicembre a Venezia, un secolo di storia interattiva con contenuti fruibili tramite visore Oculus Rift. Nel capannone di mille metri quadrati, c’è gente che arriva sporca di argilla, muove braccia mozzate e pulci giganti, e si capisce che fioccano commissioni da Cina, Turchia, Stati Uniti, Russia. Il nome cresce. C’è in ballo un lavoro per la Fondazione Carlo Rambaldi, creatore di Alien e E.T. del quale non potevano che essere eredi, e la prima vera co-produzione con Rai Cinema: Cruel Peter, un horror gotico alla Guillermo del Toro.
Per gli studios italiani più famosi al mondo, Makinarium è un valore aggiunto. Oltre alla tecnica, questi ultraquarantenni dalla fervida fantasia hanno lo spirito giusto. Dice Sganga: «Un film funziona bene quando le tecniche sono miste, altrimenti, con il solo digitale, diventa videogame. Amiamo l’artigianato e per noi niente è impossibile, ma i rapporti umani della squadra contano più di tutto. Lì non c’è computer che possa aiutare».