la Repubblica, 25 giugno 2018
Il Festival della carne di cane
PECHINO, CINA Sgozzati, macellati, perfino cucinati vivi. Ogni anno a Yulin, a cavallo del solstizio d’estate, i migliori amici dell’uomo diventano bestie da uccidere e mangiare. Il festival della carne di cane che si tiene nella metropoli del Guangxi, nel Sud della Cina, è e apoteosi di un’usanza alimentare diffusa in molte parti dell’Asia. Ma che attira sempre maggiori contestazioni degli animalisti: nei giorni scorsi una novantina di associazioni hanno raccolto 235 mila firme per chiedere la cancellazione dell’iniziativa, durante la quale si stima vengano consumati circa 100 mila quadrupedi. Durante le passate edizioni gli attivisti avevano organizzato proteste a Yulin, bloccando i camion carichi di cani diretti verso la città. Quest’anno le autorità hanno cercato di evitare disordini, spingendo ristoratori e commercianti a vendere e cucinare gli animali all’interno, anziché all’aperto. Così, il festival è cominciato. Per la gioia di molti locali, per cui la carne di cane è una prelibatezza. Nel mondo ne vengono mangiati circa 30 milioni di esemplari ogni anno, in particolare in Cina e Vietnam, che da soli valgono oltre la metà del mercato. La settimana scorsa un tribunale sudcoreano ha accolto il ricorso contro un allevatore, stabilendo che il consumo non è una buona ragione per uccidere i cani. La sentenza potrebbe aprire la strada a un bando dell’usanza nel Paese, un altro di quelli dove è diffusa. Gli animalisti ritengono che ormai nessuno mangi carne canina per sussistenza: un divieto non comporterebbe quindi alcuno choc alimentare. – Filippo Santelli