La Stampa, 24 giugno 2018
Telecom, Genish sotto l’esame del Cda
L’amministratore delegato di Tim, Amos Genish si prepara al “processo del lunedì”. Domani verso mezzogiorno, prenderà il via un consiglio di amministrazione, che gli addetti ai lavori definiscono incandescente. All’orizzonte forti tensioni e scontri tra l’ad del gruppo telefonico e i consiglieri. Anche se la vera resa dei conti sembra rinviata per ora, è sempre più chiaro che Vivendi stia preparando un piano B per cercare di riprendersi il controllo di Tim e sfilarlo al fondo attivista americano Elliott. Lo scenario più probabile è che ci sarà una dura reprimenda nei confronti di Genish da parte dei consiglieri di Tim. Forse anche con riferimenti precisi in un comunicato, dove il concetto di fondo sarà sostanzialmente che i panni sporchi vadano lavati in casa. Il casus belli che ha scatenato l’ira di una parte del board è il fatto che Genish mercoledì in un incontro con i giornalisti ha usato parole dure per dire che «ci sono consiglieri che interferiscono con il lavoro del management, diffondono congetture false che mettono a repentaglio la capacità dell’azienda di realizzare i propri obiettivi».
Parole di fuoco, irrituali quelle di Genish,l’ad scelto da Vivendi. Tanto che alcuni osservatori hanno letto quell’attacco come una trappola dei francesi, la cui intenzione sarebbe quella di scaldare gli animi in Cda per poi cercare al più presto la rivincita in assemblea. Alla luce di ciò sembra pertanto difficile che i consiglieri di Tim decidano domani di passare allo scontro aperto, chiedendo una mozione di sfiducia nei confronti del manager israeliano delle tlc. Proprio perché si potrebbe rivelare un’arma a doppio taglio: a quel punto Vivendi potrebbe convocare subito un’assemblea e riandare alla conta dei voti.
Il fondo Elliott, sceso di recente sotto la quota dell’8,3%, sarebbe pronto a risalire, anche perché le azioni Telecom al momento sono a prezzi di saldo. Ma secondo fonti finanziarie a complicare il quadro sarebbe il fatto che l’alleanza tra Elliott e la Cassa depositi e prestiti starebbe vacillando in vista del rinnovo dei vertici di Cdp. Il passo indietro di Claudio Costamagna che lascerà la presidenza della Cassa potrebbe incrinare appunto quest’asse Cdp-Elliott.
C’è poi anche un discorso di opportunità che allontana la mozione di sfiducia: il Cda di Tim garantisce prestigio e visibilità, dunque nessun consigliere freme per rischiare di perdere il proprio posto.
Oggi comunque sarà la giornata delle negoziazioni. Non è previsto nessun comitato, ma ci saranno contatti telefonici tra i consiglieri per studiare la linea. Un ruolo di mediazione importante lo giocherà poi, senz’ombra di dubbio Fulvio Conti. L’obiettivo del presidente di Tim sarà chiaramente quello di scongiurare uno scontro pesante. La strategia che, con ogni probabilità, i consiglieri più agguerriti vorranno adottare sarà quella di tenere Genish sulla graticola in attesa dei risultati semestrali, che saranno pubblicati il 24 luglio e che gli analisti finanziari si aspettano non particolarmente brillanti, sia sul fronte dei ricavi che dei margini operativi. E a mettere sotto pressione Genish anche per l’esecuzione del piano industriale. Al centro dell’agenda del Cda di domani, oltre alle regole di governance, sono previsti degli aggiornamenti sulla gara del 5G a settembre (due lotti della banda a 700 megahertz) e sulla separazione della rete, ovvero il progetto Netco.