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 2018  giugno 24 Domenica calendario

Dalla Fornero ai vitalizi, tanti annunci ma dopo tre settimane un solo decreto

C’è stato un tempo in cui gli annunci andavano un tanto al chilo. Dopotutto, chi è che ti chiede mai il conto in campagna elettorale? «Al primo Consiglio dei ministri, punteremo a cancellare le sette accise sulla benzina, perché, pare, che la guerra con l’Etiopia sia finita». Era l’1 marzo scorso, tre giorni prima dello tsunami che lo avrebbe incoronato vincitore morale delle elezioni, e Matteo Salvini già si vedeva proiettato alla prima riunione di governo. Il giorno dopo, in una rara fredda serata romana, vestito di un lungo cappotto presidenziale, dal palco di piazza del Popolo Luigi Di Maio prometteva sventolando un foglio: «Ecco il primo decreto che presenterò al primo Consiglio dei ministri, se ci darete la maggioranza. Un decreto in tre punti: al primo c’è il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari, al secondo l’abolizione dei vitalizi, al terzo il taglio dei 30 miliardi di sprechi. Bastano 20 minuti di Consiglio dei ministri per approvarlo».
Tre mesi dopo, il 2 giugno, dopo la logorante odissea delle trattative, nasce il governo giallo-verde e il primo Consiglio dei ministri dura effettivamente 20 minuti. Ma produce solo la delibera dello stato d’emergenza per l’aggravamento della frana a San Giacomo Filippo, Sondrio. Vabbè, il primo Cdm vale solo per i fotografi: il professor Giuseppe Conte al centro, Salvini sorridente e impacciato nella cravatta, Di Maio emozionato e col solito sorriso sospettoso. 
Doveva essere molto affollata, questa prima riunione di governo, nei sogni di Salvini, perché il 28 febbraio a Otto e mezzo, il leader della Lega giurava che per prima cosa avrebbe cancellato la legge Fornero. Subito, neanche il tempo di sedersi con i colleghi e avrebbe detto addio alla detestata riforma pensionistica. Ovviamente nella stessa seduta in cui avrebbe eliminato le tasse storiche sulla benzina. Poi, il 6 giugno, incassata la fiducia, Riccardo Fraccaro, il neo ministro grillino ai Rapporti con il Parlamento, precisa che fin lì si era un tantino esagerato con le promesse. Ora che c’è un governo c’è anche la realtà, che è come i muri e non si sposta: «Puntiamo a fare poche leggi e fatte bene. non dobbiamo correre nell’approvazione delle leggi e credo che gli italiani capiranno se ci metteremo qualche mese in più»
Si dirà: sono passati solo ventuno giorni dalla formazione del governo, facciamoli lavorare! Giusto. Ma i Cdm a oggi sono stati sei: la Fornero è ancora lì, le accise pure, e nessuno ha ancora sfoderato la forbice per i 30 miliardi di sprechi. L’unico provvedimento approvato, a parte altri in scadenza ereditati dal precedente governo, è stato quello che sospende i processi penali del Tribunale di Bari, ed evita a magistrati, avvocati e imputati la condizione degradante di svolgere le udienze nelle tende, causa inagibilità del Palazzo di Giustizia. È il primo vero decreto del governo Conte. Si vocifera che in settimana potrebbero arrivarne altri due. Uno sulla Terra dei Fuochi, rinviato una settimana fa. Un altro, «ben più pesante» confermano da Palazzo Chigi, che riguarderà i tagli dei costi della politica. 
È stato Di Maio a chiedere a tutti i ministri del M5S di fare presto e mettere sul tavolo un po’ delle promesse da tradurre in leggi. Il grillino vuole mordere ai polpacci Salvini per risalire nei gradimenti e uscire dall’ombra dell’ingombrante alleato. Dopo le prime due settimane in disparte, ha scelto di sfidare il leghista con la sua stessa arma. Un annuncio al giorno: tutela dei rider, stop al lavoro domenicale, reddito di cittadinanza, e ora le pensioni d’oro. Allo studio c’è il Decreto Dignità, che potrebbe diventare lo strumento omnibus dentro il quale già questa settimana far confluire anche i tagli ai costi della politica e il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari. Sarebbe materia di autoregolamentazione parlamentare, ma secondo i tecnici del M5S l’indennità di senatori e deputati potrebbe più facilmente essere cambiata per legge. Secondo Fraccaro, il governo non deve correre nell’approvazione delle leggi. Altro discorso sulla pista degli annunci. Lì Di Maio si è messo a correre. Altrimenti Salvini non lo raggiunge più.