il Giornale, 24 giugno 2018
Ombre sul «palazzo di vetro»: il governo oscura il suo sito
Quella del Movimento Cinque Stelle al potere doveva essere la casa di vetro per eccellenza, il regno della trasparenza aperto a tutti i cittadini. A oggi invece, Palazzo Chigi, residenza dell’«avvocato del popolo», come ama farsi chiamare il premier in quota grillina Giuseppe Conte, è momentaneamente oscurata. Il sito della presidenza del consiglio che permetteva di monitorare lo stato dei decreti attuativi è temporaneamente inaccessibile. Lo è, come denuncia l’associazione Openpolis, dalla data di nascita del governo, da quando cioè non è possibile collegarsi all’indirizzo programmagoverno.gov non un dettaglio di poco conto. Perché senza questo strumento non è possibile monitorare, seppur da lontano, l’attuazione delle norme che completano le leggi approvate dalle Camere, rendendole effettive.
E se è vero che la macchina della XVIII legislatura si è appena messa in moto, e dunque deve ancora produrre leggi e provvedimenti firmati dai legastellati, sono un centinaio i decreti attuativi lasciati in eredità dallo scorso esecutivo. Molti di questi, come quelli della riforma dell’ordinamento penitenziario, destinati al binario morto viste le intenzioni del nuovo esecutivo su gran parte delle riforme approvate sotto la presidenza Gentiloni. Eppure alcuni, come i decreti attuativi del fondo di ristoro per i risparmiatori delle banche venete saltate, sono attesi da migliaia di italiani. Reclamati a gran voce dalle associazioni dei truffati, che seppur rassicurate dal premier Conte all’indomani del suo insediamento, non hanno ancora avuto risposta. L’effettivo percorso di questi provvedimenti come questi è ignoto. Ma è solo un esempio. Tant’è che col nobile intento di consentire un capillare controllo dell’attuazione del programma di governo della presidenza del consiglio dei ministri, nel 2012 era stata istituita «una struttura di supporto nell’area funzionale della programmazione strategica, del monitoraggio e dell’attuazione delle politiche governative». Con Renzi era affidata al ministero per i rapporti con il parlamento di Maria Elena Boschi, mentre sotto Gentiloni a Palazzo Chigi, rimanendo sempre sotto l’ala della ex ministra e poi sottosegretaria. Ora invece il sito di riferimento non è nemmeno attivo.
«Sperando che non sia dovuto a una scelta politica, che mira a cancellare del tutto questo tipo di attività, immaginiamo che la Presidenza del consiglio sia ancora in una fase di riordino con l’avvio del nuovo esecutivo», riflette Openpolis che da tempo combatte per la trasparenza sugli atti per monitorare l’andamento delle leggi. Infatti, nel passaggio dei provvedimenti dall’Aula del Parlamento alla fitta rete di uffici dei ministeri e dei tecnici chiamati poi ad attuarli, è difficile poi distinguere eventuali colpevoli di ritardi o mancanze. È facile, invece, sottrarsi alla responsabilità delle lungaggini di fronte agli italiani. La casa di vetro, per ora, resta con le tende abbassate.