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 2018  giugno 24 Domenica calendario

Mondiale, i portieri bocciano il nuovo pallone Telstar

SAN PIETROBURGO I russi lo hanno portato anche in orbita per 168 giorni a bordo della navicella Soyuz MS-07, ma nessuno ha controllato se la sua traiettoria, almeno in fase di atterraggio, fosse regolare. Evidentemente non c’erano portieri in giro, perché loro hanno già bocciato da tempo «Telstar 18», il pallone del Mondiale.
Ma la novità stavolta sono le contromosse: una delle case produttrici di guanti si è inventata un modello dall’aria vintage, tutto nero, senza cuciture, senza strappo e molto più sottile dei modelli tradizionali, per aumentare la presa e la sensibilità nei confronti del pallone. Li usa tra gli altri anche il brasiliano Alisson, il numero uno forse più atteso in questo Mondiale: peccato che in due partite non abbia ancora fatto una vera parata. «Sono totalmente diversi dai soliti guanti – racconta Alfred Gomis, portiere del Senegal e della Spal – perché sono leggerissimi. La gomma sul palmo aiuta la presa del Telstar, che specialmente sui tiri dalla lunga distanza cambia mille volte traiettoria: si capisce che l’azienda produttrice ha studiato bene il pallone del Mondiale (fornito dalla concorrenza, ndr) e si è mossa di conseguenza. Anche per rendere i guanti più efficaci nella presa sul materiale esterno che riveste la sfera».
Già perché il simpatico attrezzo ha un rivestimento termosaldato senza cuciture e la battaglia dei portieri deve fare i conti con una scivolosità maggiore. Alcuni salgono sul ring coi nuovi guanti «magri», altri con quelli più tradizionali, altri coi nuovi modelli delle altre case produttrici, ancora più «guantoni» del solito. 
Ma prendere a pugni Tel-star può essere pericoloso: «È strano, prende traiettorie imprevedibili sui tiri dalla lunga distanza – ha sottolineato Pepe Reina, portiere della Spagna e neomilanista —. E poi il rivestimento lo rende difficile da bloccare».
Anche il suo compagno di squadra De Gea, reduce dalla papera sul tiro dal limite dell’area di Cristiano Ronaldo all’esordio, si è lamentato: dopo quell’errore (forse) si è capito anche perché. Il russo Akinfeev è fatalista: «La tecnologia si spinge sempre più avanti, si vedono tanti gol da fuori area. Ma adesso non possiamo cambiare nulla». Nemmeno i guanti, oramai. E chi ha scelto di passare a quelli più sottili e sensibili (c’è anche l’inglese Butland) potrebbe avere qualche vantaggio. La battaglia dei guanti è solo all’inizio.