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 2018  giugno 23 Sabato calendario

La morte del giovane chef Alessandro Narducci, travolto da un’auto mentre viaggiava in motorino con un’amica

«Quel ragazzo che è sceso dalla Classe A era sconvolto, faceva avanti e indietro fra i due corpi, stringeva il telefonino, chiamava i soccorsi e urlava: Sbrigatevi, non voglio avere due morti sulla coscienza, almeno lei salvatela. Piangeva, aveva un taglio sulla fronte, il sangue che gli colava sul viso e sporcava la camicia bianca. Ha preso le gambe della ragazza che era faccia in giù sull’asfalto, quasi al centro della carreggiata, le ha alzate sperando che fosse ancora viva. A un certo punto, disperato, ha detto: Ero al telefonino, non mi sono accorto di niente».
È la testimonianza di Roberto, uno dei condomini che abita nella palazzina al civico 11 del lungotevere della Vittoria, non distante dall’aula bunker di piazzale Clodio, tra i primi a scendere in strada insieme con Carmelo, il portiere, subito dopo il tremendo impatto che all’una della notte tra giovedì e venerdì è costato la vita allo chef stellato Alessandro Narducci, 29 anni, in sella al suo Sh grigio, e alla sua collaboratrice, Giulia Puleio, 25 anni, che era seduta dietro. Fabio F. 30 anni, d’origine casertana, una laurea in management alla Luiss, dipendente di una multinazionale, era alla guida della sua Mercedes, è sceso subito e ha avvisato i soccorsi che sembravano non arrivare mai, poi è crollato ed è finito al policlinico Gemelli, dove è stato ricoverato in codice rosso. Ieri sera si è risvegliato dal coma indotto, ma non ricorda nulla. Appena sarà possibile verrà preso a verbale dagli investigatori. Per ora è indagato per omicidio stradale, il fascicolo è in mano al pm Pietro Pollidori. Un atto quasi dovuto; se nel corso delle indagini della Polizia locale, infatti, dovessero emergere elementi o ulteriori perizie a suo favore, l’ipotesi di reato cadrebbe. 
Gli inquirenti sono in attesa dei risultati dei test tossicologici effettuati al Gemelli, per capire se il trentenne avesse fatto uso di alcol o droghe. Lo stesso accertamento, in fase autoptica, sarà effettuato su Narducci. Ieri c’è stato un primo esame esterno sul corpo. Non è ancora chiara la dinamica dell’incidente, che è stato molto violento e ha interessato un campo d’azione di un centinaio di metri. Anche le direzioni di marcia non sono chiare. Sull’asfalto non sono stati rilevati segni di frenata, per cui non è stato possibile calcolare la velocità di auto e motorino. Uno dei due mezzi ha invaso, parzialmente o completamente, la carreggiata. E l’impatto dovrebbe essere stato frontale. Narducci sta tornando a casa dopo essere stato al Vinòforum, evento enogastronomico in zona Farnesina e si è forse offerto di dare un passaggio a Giulia che lavora con lui anche al suo rinomato ristorante Acquolina. Se lo scontro è stato frontale, la Mercedes doveva viaggiare verso il Foro Italico. Ma una fonte vicina alla famiglia di Fabio sostiene che anche la Classe A viaggiasse in direzione del Centro («sulla carreggiata opposta a quella dove la macchina è stata ritrovata»). E dunque, potrebbe esserci stato anche una sorta di tamponamento, con lo scooter agganciato e trascinato in avanti e i corpi, prima quello di Giulia, poi quello di Alessandro, sbalzati via. Ma è solo una ipotesi. Il corpo di Giulia è stato trovato in mezzo alla strada, quasi sulla linea di mezzeria, lato Tevere; quello dello chef era schiacciato dietro a una Ford Fiesta parcheggiata a spina, sempre lato fiume. Anche la Classe A ha carambolato prima su un’Audi Q3 parcheggiata, spostandola sul marciapiede, poi sulla Fiesta, incuneandosi tra l’una e l’altra, danneggiando come in un domino, anche una Renault Scenic.

CASCHI E TABULATI 
I caschi dei due giovani sono stati ritrovati molto distanti, quello di Alessandro vicino al semaforo di via Timavo; forse non erano allacciati bene, è una circostanza al vaglio della Procura. «La Classe A aveva il cofano rientrato, il parabrezza era semi- scoppiato e il tetto abbozzato – raccontano i primi soccorritori – mentre lo scooter era accartocciato sia davanti che dietro. Una ruota se l’è vista rotolare davanti un anziano che attraversava a trenta metri». La polizia locale, che ieri pomeriggio ha eseguito un nuovo sopralluogo, sta verificando se la telecamera del semaforo è dotata di sistema di ripresa, al momento non si sono fatti avanti testimoni oculari. «A mezzanotte c’era una trans che sostava quasi in mezzo alla strada – afferma una residente – forse ha visto qualcosa o, forse, anche per evitarla, uno dei conducenti ha commesso un errore». La Procura procederà anche all’analisi delle celle e dei tabulati telefonici per capire se nel momento dell’impatto il conducente dell’auto fosse realmente al telefono.